Panda distrutta dai tifosi per Lukaku, Martina Innamorati: «La Roma non mi ha chiamato, tanti si sono offerti di pagare i danni»

La ragazza che ha trovato la sua vettura danneggiata dai sostenitori giallorossi saliti sul tettuccio per vedere da lontano l'arrivo dell'attaccante. «Io non ho accettato, perché non è giusto che paghi chi non ha colpe»

Lunedì 4 Settembre 2023
Panda distrutta dai tifosi per Lukaku, Martina Innamorati: «La Roma non mi ha chiamato, tanti si sono offerti di pagare i danni»

Aveva raccontato che quella Panda, distrutta dai tifosi della Roma arrivati a Ciampino per vedere l'arrivo di Lukaku, era un regalo della nonna. Per questo, Martina Innamorati, la giovane proprietaria dell'auto danneggiata dai sostenitori giallorossi che erano saliti sopra il mezzo, aveva mandato una pec alla Roma. «Però nessuno dal club mi ha chiamata per delle scuse.

E neanche i tifosi che sono saltati sulla mia Panda mi hanno cercata - ha raccontato al Corriere della Sera -. Anzi tanti mi hanno attaccata. Però altrettanti, anzi molti di più, mi hanno contattata per offrirmi di riparare l’auto con i loro soldi. Dei signori. Però gli ho detto no».

Panda distrutta dai tifosi per Lukaku, la lettera della proprietaria: «Incivili, l'ho scoperto dopo 12 ore di lavoro. Era un regalo di mia nonna»

 

Martina: «Non ho accettato l'aiuto dei tifosi, non devono essere loro a pagare»

Le immagini dei tifosi che salgono sul tetto dell'auto per vedere, anche se da lontano, Lukaku, sono diventate virali. Nelle foto si vedono otto persone, sei adulti e due bambini, con i piedi sul tettuccio. Martina aveva ritrovato così l'auto al ritorno dal lavoro (è una commessa di Zara, prima ha frequentato il liceo Vivona all'Eur): «Mi si è stretto il cuore quando l'ho vista in quelle condizioni soprattutto perché, a parte i danni, la macchina era di mia nonna. Non ho accettato l'aiuto di chi si è offerto per aiutarmi a riparare l'auto perché non è giusto che a pagare danni in situazioni del genere siano sempre quelli che non hanno alcuna colpa, piuttosto che i veri responsabili o chi non ha organizzato bene questo evento, pur potendo prevedere le conseguenze».

La lettera inviata alla Roma 

Nei giorni scorsi, Martina aveva inviato una pec alla Roma. «Gentili signori, sono una delle “fortunate” vincitrici dell’Oscar dell’inciviltà, rappresentato ieri dai vostri tifosi in occasione dell’arrivo a Roma Ciampino del calciatore Lukaku. Possiamo dire che, a mia insaputa e con mia grandissima riprovazione e soprattutto rabbia, ho partecipato anch’io alla grande festa “pagana”, offrendo la mia macchina come gratuito trofeo per i grandi festeggiamenti del nuovo imperatore! Si, una festa pagana che, di cristiano non ha assolutamente nulla, come nelle migliori tradizioni imperiali romane, raffigurate da riti, giochi, ed anche tragici sacrifici... Una surreale ed ignobile manifestazione di barbarie, dove l’unico vero sacrificio è stato il mio, premiato dopo 12 ore di lavoro dalla devastazione della mia auto. Ma che importa, arrivava a Roma il grande campione, e tutti avrebbero portato in dono qualcosa di prezioso... Non era certamente nei miei piani, ma non per appartenenza a una fede calcistica diversa.

Certamente ci sono le assicurazioni, ognuno si dovrà caricare necessariamente delle proprie responsabilità, ma a chi spetta quella etica e morale? Chi avrebbe dovuto garantire ancorché fuori dai perimetri societari il necessario coordinamento in sicurezza per un evento che, avrebbe sicuramente visto la partecipazione di un gran numero di persone e (come è accaduto) anche di molti facinorosi e violenti soggetti? Sicuramente come altri, mi dovrò infilare in quel ginepraio legale quasi senza fine, fatto di carte bollate privandomi magari per molto tempo anche di quel mezzo che, mi avrebbe dovuto garantire l’arrivo al lavoro ed il ritorno a casa. Vedete, questo mio grande sdegno non è volto alla ricerca di un atto di carità, di elemosina, o di ristoro economico per un odioso danno subito, ma è una precisa denuncia nei confronti di chi come appartenente ad una comunità sportiva non è riuscito (forse) ad infondere in maniera ancora più incisiva e educativa ai propri “sostenitori” quell’insieme di valori umani e di rispetto per gli altri, insieme ad una riflessione profonda sul concetto di cosa è bene o cosa è male. In ultimo, la mia piccola utilitaria era un dono di mia nonna alla quale ero molto legata affettivamente, ma questa è un’altra storia…».

Ultimo aggiornamento: 18:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA