Roma, non vuole pagare il legale, chiede i soldi indietro e lo minaccia: «Oppure ti faccio sparare»

La donna a processo insieme al marito (accuse di stalking)

Martedì 20 Giugno 2023 di Andrea Noci e Federica Pozzi
Roma, non vuole pagare il legale, chiede i soldi indietro e lo minaccia: «Oppure ti faccio sparare»

«Ho saputo che ti sei preso i soldi delle spese legali, devi ridare tutto, se no mio marito viene a Roma e ti spara». Sarebbero queste le frasi rivolte al suo avvocato - come lui stesso ha raccontato in aula - da Patrizia Samá, a processo insieme al marito, Angelo Pisani, con l'accusa di stalking. Secondo la ricostruzione della Procura i due avrebbero tentato di riprendere i soldi che il legale aveva ricevuto come compenso per aver difeso un'azienda in un procedimento giudiziario. Pisani ha scelto di essere giudicato con rito abbreviato, mentre la donna ha optato per il rito ordinario.

LA MISURA

Ad entrambi era stata applicata la misura cautelare del divieto di avvicinamento che per l'uomo è decaduta. Due le persone offese: oltre all'avvocato, che si è costituito parte civile, anche un collega, che, come raccontato in aula nel Tribunale di piazzale Clodio, aveva messo in contatto l'altra vittima con Pisani tramite una conoscenza in comune.

Anche se dal momento delle presentazioni, oltre a informarsi sull'andamento del processo non aveva avuto più legami con la vicenda, anche lui ha denunciato di avere ricevuto più telefonate di minacce dalla Samà, convinta che i due avvocati fossero in combutta.

Francesco Terra, l'avvocato praticante condannato a 6 anni per stalking e violenza sessuale

LA CAUSA

Ecco la ricostruzione dei fatti resa dalla vittima in aula. Il legale ha raccontato di avere vinto la causa dell'azienda da lui difesa e di avere ottenuto un risarcimento a favore di quest'ultima. Passato qualche mese ha ricevuto «una telefonata da un numero che non conoscevo, che mi dice di essere la Samá», ha spiegato l'avvocato. «Ho saputo che ti sei preso i soldi delle spese legali e devi ridare tutto», gli avrebbe detto la donna. La vittima, a quel punto, visto che la donna si era qualificata soltanto come moglie di Pisani, che lui sapeva essere il capocantiere della ditta, le ha detto di contattare l'azienda e di farlo chiamare. «Quando abbiamo fatto questa telefonata c'era un referente dell'amministrazione insieme alla Samá e dicevano che dovevo restituire tutte le spese legali, perché sostenevano che avevo preso più rispetto a quanto pattuito - ha spiegato in aula la persona offesa - in realtà io avevo presentato fatture regolari». Le minacce, a quanto ha raccontato l'avvocato, non sarebbero terminate.

Roma, minaccia con l’acido la consulente del giudice per vendicarsi di una relazione sfavorevole alla figlia

LE MINACCE

A quella telefonata, che doveva essere chiarificatrice, ne sarebbero seguite diverse altre da parte della donna, con toni sempre più violenti. Il culmine con una chiamata che conteneva una minaccia di morte per niente velata: «Se non restituisci tutti i soldi scende Angelo a Roma e vi spara a tutti e due». E a quanto racconta la vittima, il signor Pisani si sarebbe presentato davvero più volte davanti al portone d'ingresso del palazzo dove si trova il suo studio, a Roma. «Io ho dovuto avvisare tutte le persone che lavorano con me e iniziare a controllare l'identità di chiunque entrava nello studio. Non ho più potuto prendere appuntamenti. Questa vicenda mi ha costretto a cambiare il modo di lavorare. Per paura adesso non seguo neanche più un certo tipo di società», ha sottolineato il legale davanti ai giudici. Non è stato chiarito, però, come mai un dipendente dell'azienda si occupasse di recuperare i presunti soldi rubati dall'avvocato: «Pisani era un dipendente di questa ditta, però mi hanno lasciato intendere come se in questi rapporti lavorativi ci fossero dei problemi per cui Pisani doveva dare soldi alla società, quindi era suo interesse recuperarli», ha dichiarato la vittima in aula. Nonostante le accuse dei due legali, i difensori di Samà e Pisani, Federico Sciullo e Francesco Tornatora, sono convinti di dimostrare l'innocenza dei loro assistiti. Hanno infatti precisato che «è stato esasperato un mero fraintendimento, il processo chiarirà i fatti».
 

Ultimo aggiornamento: 07:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA