È giallo intorno alla morte di un tassista romano di 56 anni, Mauro Piccinelli, il cui cadavere è stato trovato ieri mattina a Fiumicino, nel tratto di mare davanti alla spiaggia di Coccia di morto, quella riservata ai naturisti.
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Lo zaino
I militari hanno poi trovato, vicino alla scogliera, uno zainetto con all’interno gli indumenti del 56enne e le chiavi di un taxi Toyota parcheggiato su via del Pesce Luna. «Sono un frequentatore abituale della spiaggia di Coccia di Morto – precisa Marco Lacerenza che da Santa Maria delle Mole viene a fare il bagno sul litorale di Fiumicino – e quel signore l’ho incontrato più volte che passeggiava tranquillamente sulla riva o fare il bagno. Sono rimasto di stucco e mi sono sentito male quando ho visto il suo corpo privo di vita disteso sull’arenile».
Mentre erano in corso gli accertamenti sul decesso del tassista, sulla spiaggia riservata agli appassionati di sport acquatici, come kitesurf e di surf, sono stati tratti in salvo un romano di 70 anni e il figlio di 36. «Si erano tuffati entrambi per recuperare un pallone che il mare mosso e il forte vento stavano lontano dalla riva – dice uno dei surfisti autori del salvataggio – non avevano però fatto i conti con le correnti sottomarine e la poca dimestichezza con il nuoto. Hanno quindi chiesto aiuto e ci siamo precipitati per fargli superare le difficoltà rappresentate dalle grosse onde. Così hanno potuto raggiungere incolumi la riva e tutto si è risolto solo in un grande spavento». Gli iscritti alla società “Coccia surf club” hanno ripetutamente chiesto ma inutilmente la presenza di addetti ai bagnanti nei tratti di mare come quello di Coccia di morto molto gettonato soprattutto dai turisti stranieri e romani. Non è la prima volta che i surfisti di Fiumicino ma anche quelli provenienti dalla Capitale abbandonano la loro tavola per soccorrere persone in difficoltà catturati dalle grida di aiuto lanciate soprattutto dagli anziani.
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I cartelli
Per tale motivo gli appassionati di surf e di kite ritengono di vitale importanza seguire le orme dei comuni vicini. L’amministrazione del Comune costiero però non sembra intenzionata a ascoltare gli appelli e liquida la pratica per la stagione balneare, circa l’assenza di bay-watch, installando sugli arenili cartelli scoloriti su cui campeggia la scritta: «Attenzione, balneazione non sicura per mancanza di apposito servizio di salvataggio». Ma in molti tratti di spiaggia libera comunale gli avvisi per quanti frequentano gli arenili non ci sono e in altri le scritte sono talmente sbiadite da renderne impossibile la lettura.
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Lungo la costa dove sorgono i chioschi molto spesso i bagnini delle spiagge attrezzate sono costretti a lasciare le loro postazioni per soccorrere cittadini in difficoltà che fanno i tuffi nelle spiagge libere comunali. In totale sono 24 i chilometri di litorale del comune di Fiumicino, privi di addetti al salvamento.
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