Il coworking in città a Roma, insieme di occasioni e nuovi business

Martedì 17 Ottobre 2023 di Giampiero Valenza
Il coworking in città a Roma, insieme di occasioni e nuovi business

Roma non batte Milano (almeno per ora), ma dimostra di essere sul podio di chi punta sulla condivisione, sulle reti, sulle filiere e sulla voglia di creare un'impresa snella, in grado di stare al passo con i tempi e di vivere in modo più agile nel mercato globale. La Capitale, infatti, è seconda (dopo il capoluogo meneghino, appunto), quanto a numeri di spazi coworking. Secondo l'ultimo Italian Coworking survey c'è una struttura del genere ogni 58.000 abitanti (l'8% dell'intero Paese). Una presenza ancora troppo lontana da Milano, dove questo sistema viene molto più utilizzato: si conta una realtà di coworking ogni 21mila abitanti (il 18% dell'intera quota italiana). Le altre città italiane non stanno meglio, però: Torino conta uno spazio di coworking ogni 64 mila abitanti, Bologna uno ogni 36 mila. Roma fa comunque da traino all'intera Regione: il Lazio conta il 9% dei luoghi di coworking dell'intera nazione, con pochissime strutture a Latina, Frosinone, Rieti e Viterbo. «Ma questo settore è in grande crescita, anche perché le imprese hanno un sempre maggiore bisogno di fare rete in strutture agili, dove la qualità del lavoro e il concetto di filiera sono essenziali - spiega Erica Turchetti, ideatrice degli spazi di coworking Cofoundry - Si cerca sempre di più una dimensione umana. È un po' la risposta allo smart working reso necessario dalla pandemia di Covid-19: si cercano spazi di incontro snelli, in grado di concentrare interessi e di diventare nuovi aggregatori di idee».

LE REALTÀ

I primi spazi coworking sono nati negli Stati Uniti a fine anni Novanta. E in poco più di venti anni sono stati una formula che hanno invaso il mondo, soprattutto quello dei Paesi che si sono proposti con sistemi economici in grado di cavalcare i mercati globali: Cina, Hong Kong, Arabia Saudita e Singapore tra tanti. «Sono formule che permettono di dare ospitalità sia temporanee sia più fisse a tutte quelle professionalità che vogliono scommettere su una determinata città. Roma conta su una forte attrattività anche per i suoi grandi eventi e per il Giubileo che nel 2023 porterà oltre 30 milioni di pellegrini - aggiunge l'esperta - Spazi di coworking sono essenziali anche per i tanti nomadi digitali, persone che lavorano da remoto usando tecnologia e internet. Per tante nuove professionalità, soprattutto quelle creative e che vivono di web, basta infatti un computer e una connessione per essere proiettati dall'altro capo del mondo e lavorare in rete con tantissime altre professionalità». L'interesse che ha Roma, dunque, non sarebbe solo legato al mercato locale, ma anche a tutti quegli imprenditori che vogliono avere uno spazio di rappresentanza nella Capitale e che qui vogliono lavorare creando legami stabili.

L'APPEAL

«Se Milano è una porta verso il Centro Europa, Roma lo è per il Mediterraneo, il Sud Europa e, grazie alla sua centralità legata alla Santa Sede, un po' al mondo intero -prosegue Turchetti - Avere un presidio agile, in coworking, può voler dire garantire all'impresa una maggiore possibilità di proiettarsi sia su dimensioni locali sia su dimensioni globali. Lavorare in coworking si traduce in una valorizzazione delle filiere e dell'identità aziendale perché si ha modo di presentarsi in modo continuo a sempre nuove realtà. L'ambiente è molto più stimolante perché nuovi clienti e nuove opportunità vivono proprio accanto alla nostra scrivania: tutto sta a coglierle al momento giusto».

LA DISTINZIONE

L'occasione del coworking non è solo destinata alle start-up, ma è anche aperta alle imprese tradizionali che vogliono rendere più snella la loro attività e che preferiscono puntare sul marchio, sul digital. «Roma sta puntando molto sulla digitalizzazione e diversi sono gli incubatori d'impresa che stanno nascendo nell'area Est della città, con poli che puntano sul mondo hi-tech e sulla ricerca - conclude Turchetti - Le zone centrali di Roma, come l'area di Via Veneto, Prati, Garbatella, diventano aggregatori di interessi di professionisti, imprese, dagli ambiti più disparati. Serve mettersi insieme per cogliere tutte le opportunità che il futuro ci riserva, a cominciare dai grandi eventi della Capitale».
giampiero.valenza@ilmessaggero.it
 

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