I genitori sono preoccupati: i loro bebé continuano a tossire, ad avere la febbre, a starnutire. C'è chi corre dal pediatra e chi, invece, si precipita al pronto soccorso. In queste settimane la diagnosi sembra (quasi sempre) essere la stessa: una bronchiolite causata dal Vrs, il Virus respiratorio sinciziale.
«Siamo nella parte più alta del picco epidemico che finirà intorno a febbraio - spiega Fabio Midulla, responsabile del pronto soccorso pediatrico del Policlinico Umberto I - Il bimbo inizia, anche a un mese di vita, ad avere una tosse secca stizzosa, una rinite con una secrezione nasale e la febbre». E così mamma e papà iniziano a vivere con ansia quei giorni e quelle notti in cui il bimbo soffre a ogni istante. Ma come fare a capire se ci si deve preoccupare davvero? «Quando diminuisce l'appetito quello è un campanello d'allarme per i genitori ed è importante in quel momento andare dal medico - sottolinea Midulla - Finché un bambino si alimenta bene è difficile che abbia un distress respiratorio importante». Alla pediatria dell'Umberto I sono state rafforzate le squadre e sono stati ridotti i ricoveri programmati per quelle attività che non necessitano di urgenza, proprio per cercare di aiutare il più possibile i bambini che in questi giorni hanno bisogno di aiuto tra malattie diverse ma dai sintomi che sembrano simili come influenza, Covid e virus respiratorio sinciziale.
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NEGLI AMBULATORI
Teresa Mazzone è la responsabile del Lazio della Simpe, la Società italiana dei medici pediatri. Di specialisti della salute dei bambini ce ne sono circa 700 in tutta la regione. E in questo periodo stanno avendo gli ambulatori pieni. «Visitiamo di media almeno 30 bimbi al giorno - dice - Poi ci sono le decine di telefonate, di e-mail e di messaggi che ci arrivano». Molti piccoli vengono curati direttamente a casa, con i farmaci dati dietro prescrizione medica. «Importante è non dare autonomamente l'antibiotico: non serve ed è rischiosissimo», aggiunge la presidente di Simpe Lazio. Al pronto soccorso del Bambino Gesù stanno avendo tra i 300 e i 350 accessi al giorno, con picchi, sotto il Natale, che hanno raggiunto i 450 al giorno. Un sovraccarico, comunque, che è atteso in quel lasso di tempo, tra novembre e febbraio, nel corso del quale è più alto il rischio di incappare in questi virus. Sebastian Cristaldi, responsabile del pronto soccorso della sede centrale del Bambino Gesù, al Gianicolo, sottolinea che «nel 60% dei casi si tratta di problemi di febbre e tosse». Poco più del 10% dei bambini ha bisogno poi di un ricovero.
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