Boom di bronchioliti, le differenze con il Covid: sintomi e cura. Gli esperti: «No ai rimedi "fai da te". L'antibiotico può essere rischiosissimo»

Presi d'assalto i pronto soccorso della Capitale: ecco quando andare in ospedale

Mercoledì 3 Gennaio 2024 di G.Val.
Boom di bronchioliti tra i bambini, le differenze con il Covid: sintomi e cura. Gli esperti: «No ai rimedi "fai da te". L'antibiotico può essere rischiosissimo»

I genitori sono preoccupati: i loro bebé continuano a tossire, ad avere la febbre, a starnutire. C'è chi corre dal pediatra e chi, invece, si precipita al pronto soccorso. In queste settimane la diagnosi sembra (quasi sempre) essere la stessa: una bronchiolite causata dal Vrs, il Virus respiratorio sinciziale.

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«Siamo nella parte più alta del picco epidemico che finirà intorno a febbraio - spiega Fabio Midulla, responsabile del pronto soccorso pediatrico del Policlinico Umberto I - Il bimbo inizia, anche a un mese di vita, ad avere una tosse secca stizzosa, una rinite con una secrezione nasale e la febbre». E così mamma e papà iniziano a vivere con ansia quei giorni e quelle notti in cui il bimbo soffre a ogni istante. Ma come fare a capire se ci si deve preoccupare davvero? «Quando diminuisce l'appetito quello è un campanello d'allarme per i genitori ed è importante in quel momento andare dal medico - sottolinea Midulla - Finché un bambino si alimenta bene è difficile che abbia un distress respiratorio importante». Alla pediatria dell'Umberto I sono state rafforzate le squadre e sono stati ridotti i ricoveri programmati per quelle attività che non necessitano di urgenza, proprio per cercare di aiutare il più possibile i bambini che in questi giorni hanno bisogno di aiuto tra malattie diverse ma dai sintomi che sembrano simili come influenza, Covid e virus respiratorio sinciziale.

Una piccola minoranza di loro, infatti, alla fine viene ricoverata e dunque c'è bisogno di posti letto per ospitarli.

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NEGLI AMBULATORI

Teresa Mazzone è la responsabile del Lazio della Simpe, la Società italiana dei medici pediatri. Di specialisti della salute dei bambini ce ne sono circa 700 in tutta la regione. E in questo periodo stanno avendo gli ambulatori pieni. «Visitiamo di media almeno 30 bimbi al giorno - dice - Poi ci sono le decine di telefonate, di e-mail e di messaggi che ci arrivano». Molti piccoli vengono curati direttamente a casa, con i farmaci dati dietro prescrizione medica. «Importante è non dare autonomamente l'antibiotico: non serve ed è rischiosissimo», aggiunge la presidente di Simpe Lazio. Al pronto soccorso del Bambino Gesù stanno avendo tra i 300 e i 350 accessi al giorno, con picchi, sotto il Natale, che hanno raggiunto i 450 al giorno. Un sovraccarico, comunque, che è atteso in quel lasso di tempo, tra novembre e febbraio, nel corso del quale è più alto il rischio di incappare in questi virus. Sebastian Cristaldi, responsabile del pronto soccorso della sede centrale del Bambino Gesù, al Gianicolo, sottolinea che «nel 60% dei casi si tratta di problemi di febbre e tosse». Poco più del 10% dei bambini ha bisogno poi di un ricovero.

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RIMEDI SBAGLIATI

Tutti i medici sono concordi: non ci sono rimedi "fai da te" che possono risolvere uno stato patologico del genere. E Cristaldi racconta come qualche giorno fa ha avuto al pronto soccorso un bimbo della comunità cinese con tutta una serie di lividi, circolari, sul dorso. «La collega mi ha presentato il caso. C'era una difficoltà legata alla barriera linguistica con i genitori - sottolinea - Parlando col nonno, l'unico che parlava in italiano, lui stesso ci aveva detto di aver praticato una cura applicando una sorta di ventosa sulla schiena. La malattia non passa così, come del resto non passa con le spugnature fatte con l'alcol».

NUOVE CURE

Esiste un anticorpo monoclonale che viene dato, oggi, ai bimbi più a rischio e alle donne in gravidanza. E dovrebbe, questo, essere l'ultimo anno senza un vaccino: infatti, l'Ema (l'Agenzia europea del farmaco) ne ha già autorizzato uno dedicato al virus respiratorio sinciziale che protegge non solo i neonati ma anche gli adulti. Si aspetta l'ok da parte dell'Aifa, l'Agenzia italiana per il farmaco. Dopodiché si potrà somministrare secondo le indicazioni che saranno assegnate e che permetteranno l'avvio di una campagna di prevenzione. «È già usato in Nordamerica, Germania, Spagna - precisa Midulla - Potrà essere utile per la prossima stagione».

 
Ultimo aggiornamento: 4 Gennaio, 07:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA