Roma, 25 anni di Hard Rock Cafe tra musica e party folli. Il dipendente storico: «Ballavamo sui tavoli, Marco Giallini suonò la batteria»

Valerio Sagratella è stato tra i primi dipendenti assunti al locale come aiuto cuoco quando aveva 23 anni e oggi è vicedirettore del locale

Lunedì 11 Dicembre 2023
Roma, l'Hard Rock Cafe compie 25 anni. Il racconto del primo dipendente «Follie delle star, balli sui tavolini e tanta musica»

Se esiste una data in cui la musica a Roma è cambiata per sempre è il 10 dicembre 1998. Quel giorno nella centralissima via Veneto veniva inaugurato il primo Hard Rock Cafe d'Italia, un tempio dedicato alla storia del rock come quelli già aperti in Europa e in America, diventati un cult per giovani e appassionati di musica di tutto il mondo. 

Oggi sono passati 25 anni ma quella data è rimasta impressa nella memoria di una generazione. «Per noi era una novità assoluta un locale che prometteva di portare le grandi tendenze della musica internazionale a Roma», racconta Valerio Sagratella che all'epoca aveva 23 anni ed era appena stato assunto come aiuto cuoco.

Valerio non poteva sapere che lì avrebbe trascorso i successivi 25 anni - oggi è vice-direttore del locale - vivendo da protagonista la storia di uno dei cuori pulsanti delle notti romane. Come lui ben 11 dipendenti che furono assunti all'apertura sono rimasti nel team fino ad oggi, segno di un clima di lavoro positivo e di una squadra vincente in grado di resistere ai cambiamenti e costruita giorno dopo giorno.   

Valerio Sagratella (a destra) tra i primi dipendenti assunti nel locale 

In un quarto di secolo l'Hard Rock Cafe di Roma ha mantenuto le aspettative del giorno della sua apertura. Ha ospitato star internazionali come Glen Matlock dei Sex Pistols o il musicista Little Steven Van Zandt (ex membro della E Street Band di Bruce Springsteen), organizzato corsi di storia della musica per le scuole e ospitato party con ospiti esclusivi diventando un punto di riferimento per gli amanti della musica in città. 

Una storia che come tutte le leggende non invecchia, ma illumina la strada del futuro con la sua luce senza tempo. 

 

Valerio, come sei finito a lavorare nella cucina dell'Hard Rock Cafe di Roma? 

Come molte grandi avventure, anche la mia è inziata per caso. Facevo l'informatico, ero appena tornato da un'espierenza a Londra e stavo cercando lavoro. Casualmente mio padre vide un annuncio su Il Messaggero: la multinazionale Hard Rock Cafe apriva una sede a Roma e assumeva 100 giovani. Ci presentammo in migliaiaia a via Veneto, c'era così tanta fila che dovetti tornare il giorno dopo. Poche settimane dopo il colloquio mi chiamarono per firmare il contratto, non dimenticherò mai quel giorno: affittarono una discoteca per dare il benvenuto a tutti i neo-assunti. 

Cosa ricordi di quel primo periodo nel locale? 

C'era tanta emozione, eravamo tutti giovani e consapevoli di lavorare in un luogo senza euguali nella capitale. Passai i primi giorni a sistemare e appendere ai muri i cimeli di grandi leggende del rock che ancora oggi sono custodite nel locale: la chitarra di Eddie Van Halen e quella di Angus Young, il trench di John Lennon e il vestito di David Bowie nel suo tour del 1969. Era molto di più di quanto ciò che un ragazzo della mia età, appassionato di musica, avrebbe mai potuto desiderare. 

È vero che ballavate sui tavoli a fine serata? 

Nei primi anni dopo l'apertura, il locale era diventato famoso per i "balli" in cui si esibiva tutto il personale al termine della serata. Una vera e propria attrazione che faceva impazzire tutti gli ospiti, ci si divertiva fino a tardi e la festa sembrava non finire mai. 

C'è qualche aneddoto che ha coinvolto persone famose che si sono esibite nel locale? 

Ricordo quando lasciammo Piero Pelù in camerino e al nostro ritorno trovammo tutti muri degli uffici "augotrafati" con un pennarello. Lo perdonammo perché gli artisti sono così: a volte devono esprimersi. Un altro episodio divertente fu quando Marco Giallini, che si trovava tra il pubblico, fu coinvolto in un'esibizione di una band e si ritrovò a suonare la batteria sul palco.  

In 25 anni le mode musicali sono cambiate molto, ha ancora senso un locale unicamente dedicato al Rock? 

Le tendenze musicali cambiano continuamente e la musica è bella proprio perché interpreta lo spirito mutevole dei tempi. Noi nelle nostre playlist continuiamo a proporre i grandi miti della musica rock classica (dai Beatles a Eric Clapton) ma guardiamo anche al futuro e ai successi più recenti. Tra i nostri cimeli accanto agli abiti indossati da leggende come John Lennon e David Bowie presto potrebbe aggiungersi anche una divisa dello stesso Hard Rock Cafe autografata da Thomas dei Maneskin. Thomas ha infatti fatto sapere di aver lavorato presso l'Hard Rock Cafe e nei nostri uffici è conservata una divisa che potrebbe essere sua. Come locale ci facciamo portavoce dell'appello dei suoi fan a venire presso il Cafe a firmarla e ci attendiamo di vederlo presto. 

La musica rock appassiona ancora i giovani? 

Sembra strano per chi come me è cresciuto negli anni 80, ma oggi molti giovanissimi non conoscono le leggende del rock classico. Tuttavia, quando vengono al locale, dopo aver ascoltato alcune tracce, molti rimangono estasiati e ci chiedono di saperne di più: è il sintomo che la musica rock è davvero immortale e riesce ad emozionare ancora a distanza di tutti questi anni. Per questo è nato il progetto "School of Rock" con cui Hard Rock Cafe porta la storia della musica nelle scuole di tutta Italia facendo scoprire un mondo di cultura, musica e emozioni a tutti i ragazzi.  

Ultimo aggiornamento: 13:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA