Hanno provato a rianimarla in attesa che arrivasse l’autoambulanza.
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«Ho sentito un botto, stavo preparando delle focacce – racconta Walid, sull’uscio della pizzeria che guarda l’attraversamento – mi sono affacciato e ho visto questa ragazza in terra che perdeva sangue dal volto, dalla bocca e dall’orecchio, respirava ancora; qualcuno ha provato anche a rianimarla». Poi il suo cuore ha smesso di battere.
I GENITORI
I familiari, il papà, la sorella minore e molti amici e parenti sono dilaniati dal dolore e dall’incredulità. Straziante il momento in cui sul luogo dell’incidente, mentre il corpo di Caterina è avvolto da un lenzuolo bianco, arriva il fidanzato Matteo: «Ti rendi conto – urla tra le lacrime che gli offuscano la vista – me l’hanno uccisa sulle strisce pedonali, mentre stava solo attraversando!». Chi lo abbraccia gli risponde: «Devi essere forte, devi essere un uomo». Il papà con le mani sul volto prova a confortare le amiche e la sorella, l’altra figlia più piccola. Tra le lacrime, a poco a poco monta la rabbia. «Non si può morire così, non è giusto», sbottano molte ex compagne di scuola e di università mentre, abbracciandosi tra di loro, provano ad allontanare il dolore e lo choc. Sull’asfalto la giovane è sdraiata supina.
I pantaloncini corti e le scarpe di corda ancora saldamente legate ai piedi che si intravedono appena da quel lenzuolo bianco che la copre. Era uno dei tanti pomeriggi d’estate, quello di Caterina. Capelli biondi e occhi chiari, la passione per l’AS Roma e un viaggio che stava per arrivare al termine del ciclo di esami universitari. Dopo il diploma al liceo classico Visconti aveva scelto di iscriversi alla facoltà di Giurisprudenza. «Una ragazza solare e piena di vita», racconta un’amica di famiglia e mamma di una sua ex compagna di liceo. Ora si dovrà chiarire con esattezza la dinamica dell’incidente.
LA DINAMICA
L’autista del pullman, Francesco, che si è fermato per i primi soccorsi, racconta: «Stavo percorrendo la strada, dovevo lasciare un gruppo di turisti a cena e mi sono accostato proprio all’altezza del semaforo. Per i pedoni era rosso, non lo so cosa è successo, ho solo sentito un botto». Come mai però un pullman non di linea, ma turistico, percorreva la corsia preferenziale riservata ai mezzi pubblici di Roma Capitale? E come mai si è accostato al marciapiede nell’intento di far scendere delle persone in un tratto che non prevede stalli di sosta anche breve? Alcuni testimoni sono stati già ascoltati e verranno sentiti di nuovo nei prossimi giorni. Si dovranno passare al vaglio anche le immagini riprese da alcune videocamere di sorveglianza.
«UN TRATTO PERICOLOSO»
Di certo, a sentire i passanti e i tanti residenti di zona accorsi in strada, quel tratto è maledetto. «Abito qui da trent’anni – spiega ancora la signora, amica della famiglia Pangrazi – e non sa quanti incidenti di questo tipo ci sono stati proprio in questo punto esatto». Eppure non è cambiato mai nulla. Anzi, gli stessi attraversamenti pedonali sono stati mangiati via dal tempo.
Mentre il corpo di Caterina, è in attesa del pm di turno per essere rimosso dalla strada, i passanti scuotono la testa: «Questi pullman turistici che creano ingorghi, traffico e anche morti devono restare fuori dal Centro, ma il Comune non l’aveva promesso?». Già, proprio così. Il Campidoglio dalle parole è passato ai fatti, approvando il nuovo Regolamento per la categoria che prevede l’interdizione dell’intero centro storico ai torpedoni turistici. Peccato però che il provvedimento non è ancora entrato in vigore: licenziato dall’Assemblea capitolina lo scorso maggio sarà (forse) effettivo a partire dal primo gennaio 2019. «Se fossero stati davvero interdetti – concludono i cittadini – questo dramma si poteva evitare».