Era un fantasma che si aggirava per l’Italia, dicono gli investigatori.
Armi nello zaino
Al giovane non è stata contestata alcuna aggravante, l’aggressione alla coetanea secondo chi indaga pare il gesto di uno squilibrato. Non c’è nessun segnale che lasci pensare a un atto ideologico o terroristico, Chomiak non ha tatuaggi particolari e al momento non risultano legami con ambienti neonazisti. Il polacco, dal canto suo, non dice una parola. C’è la barriera della lingua italiana, che non conosce, ma anche un atteggiamento inerte: portato martedì sera dai carabinieri nella caserma Montebello, non ha aperto bocca e non ha fatto nulla. «È come inesistente». Quando, attorno alle 17 di ieri, è stato fermato dalla coppia di carabinieri, marito e moglie, sul treno diretto a Brescia, non era aggressivo e non ha opposto resistenza. Era vestito come la sera dell’attacco, felpa scura e cappellino, non aveva più il sacchetto azzurro dal quale ha estratto l’arma ma nello zaino custodiva un mini arsenale: due coltelli con lama di 20 centimetri e un taglierino da 19 centimetri. Le armi, che presentano la lama con alcune tracce, sono state sequestrate e verranno eseguiti gli esami per verificare se ci siano macchie di sangue o dna della vittima, anche se dalle immagini delle telecamere la lama del coltello con il quale ha ferito la ragazza la notte di San Silvestro pare più corta.
In Italia da 8 mesi
Al momento per gli inquirenti il gesto di Chomiak è privo di motivazione, non aveva legami con la ragazza e non l’aveva mai incontrata, è quindi ipotizzabile che possa avere problemi psichici. È in Italia da almeno otto mesi, di sicuro era nel nostro Paese un mese fa come si evince dal verbale della polizia che lo ha fermato per un controllo e a Roma è stato almeno per buona parte di dicembre. Dove si sia nascosto dopo l’aggressione ancora non si sa, pare svanito nel nulla. La sua fuga però si è conclusa su un treno con destinazione Brescia.