Alla fine hanno scritto e chiesto che la commissione Trasparenza del I Municipio convocasse i soggetti che hanno in mano il destino di Largo Argentina perché loro i commercianti e i residenti sono esasperati.
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LA SITUAZIONE
L'area archeologica di Largo Argentina è il più esteso complesso di epoca repubblicana, ospita quattro templi romani che vanno dal IV secondo a. C. e custodisce il basamento di tufo della Curia di Pompeo, presso cui avvenne l'assassinio di Giulio Cesare. Eppure, come lamentano i negozianti e chi ci vive, a Largo Argentina prevale il degrado che porta «altro degrado, nell'area risultano stanziali personaggi - spiega Lepre - dediti ad attività illegali e indecenti a qualsiasi ora del giorno e della notte: un gruppo di alcolizzati incapaci di intendere nei momenti che nei momenti di alterazione minacciano e disturbano i passanti, soprattutto le donne. Per essere intervenuti in difesa di una passante e avergli chiesto di portare via le decine di bottiglie di birra sparse per terra, il personale del mio negozio è stato minacciato». Uno stato definito «apocalittico» aggravato anche dal fatto che l'area circostante si è trasformata in una latrina: «Queste persone - prosegue Lepre - sono inoltre solite fare i propri bisogni e i propri affari sulla vicina Largo dei Ginnasi dove i sampietrini sono cosparsi di feci umane e dove è facile trovare siringhe».
L'area archeologica di Largo Argentina è di fatto un cantiere da diversi anni, il Comune sottoscrisse una convenzione con la maison «Bulgari - specifica ancora Lepre - che con un finanziamento di quasi un milione di euro avrebbe dovuto comportare l'apertura dell'area archeologica entro il secondo semestre 2021». Era il febbraio 2019 e il Campidoglio era guidato da Virginia Raggi. Il 21 dicembre dello scorso anno la Sovrintendente Maria Vittoria Marini Clarelli aveva già risposto al titolare dell'Azienda tessile romana: «Prima di Natale saranno posizionati i pannelli con i testi esplicativi sull'area archeologica, la conclusione dei lavori è prevista per luglio e, salvo eventi eccezionali, apriremo al pubblico a settembre. Ci auguriamo che per quella data, con il concorso degli altri uffici capitolini competenti, tutta la zona possa ritrovare definitivamente il decoro che merita».
A PRIMAVERA
Un evento del genere «meriterebbe un'attenzione in più», conclude Lepre. Dall'ultima commissione Trasparenza in cui ha preso parte il soprintendente Claudio Presicce e il nuovo cronoprogramma è stato così spiegato: sono stati già allestiti l'80% della passerella e il 90% dei materiali museali previsti. Si è invece ancora in attesa del montacarichi necessario per i portatori di handicap, il cui arrivo dovrebbe avvenire a breve. L'apertura dell'area può essere oggi prevedibile per fine febbraio-marzo 2023. Si è infine ricordato che nei tre anni e mezzo di lavori, si sono succeduti quattro direttori e l'opera è stata ritardata anche per le problematiche sopraggiunte a causa della pandemia da Covid e della guerra in Ucraina.