RIETI - Dopo la rabbia, per i familiari del vigile del fuoco Stefano Colasanti e di Andrea Maggi è il tempo della fiducia. La notizia del rinvio a giudizio dei tre indagati per l’esplosione della cisterna di carburante avvenuta all’interno del distributore sulla Salaria per Roma, nei pressi della frazione farense di Borgo Quinzio, riporta speranza nei familiari delle due vittime di Rieti e Borgo Santa Maria.
A febbraio 2021, la richiesta di archiviazione presentata dalla procura della Repubblica perché non era stata depositata la perizia che doveva far luce su cause e responsabilità dell’incidente, era stata ritenuta inaccettabile dalle famiglie di Colasanti e Maggi che tramite i propri legali avevano presentato opposizione. Oggi l’atto che segna l’inizio del processo non cancella il dolore dei parenti per la perdita di Stefano e Andrea, ancora vivo a distanza di tre anni e mezzo dalla tragedia, ma apre una fase nuova nella ricerca di giustizia per i propri cari.
La famiglia Colasanti esprime «soddisfazione per la decisione del rinvio a giudizio dei tre indagati per l’esplosione della cisterna nella stazione di servizio lungo la Salaria» e si dice “fiduciosa dell’operato della magistratura e per il proseguo del procedimento penale».
I tanti feriti. I familiari di Colasanti e Maggi sono solo alcuni dei nomi inseriti nel lungo elenco delle parti offese nel quale figurano pure i tanti feriti che nell’esplosione hanno riportato ustioni e lesioni di diversità gravità. Tutti gli indagati - l’autista del camion e i coniugi gestori della stazione di servizio - dovranno rispondere, in base alle contestazioni del sostituto procuratore Lorenzo Francia, di cooperazione colposa dovuta a comportamenti omissivi sul rispetto delle misure di sicurezza e di procedura in occasione del rifornimento del carburante gpl dalla cisterna al serbatoio interrato del distributore.