Radio Vaticana: «Cresce export italiano di armi: legge italiana umiliata e tradita»

Giovedì 14 Luglio 2016 di Franca Giansoldati
Radio Vaticana: «Cresce export italiano di armi: legge italiana umiliata e tradita»
Città del Vaticano Radio Vaticana accende i riflettori sul traffico d'armi internazionale e sull'export italiano di materiale bellico diretto nei Paesi del Medio Oriente e dell'Africa. Dopo gli accorati appelli fatti dal Papa contro l'ipocrisia di coloro che «parlano di pace ma poi forniscono armi» ai terroristi dell'Isis, l'emittente vaticana ha raccolto i lavori di un seminario sulle armi italiane nel mondo svoltosi in questi giorni a Roma grazie alla Fondazione Lelio Basso, su iniziativa della Rete Italiana Disarmo. In Italia esiste la legge 185 che regola il settore ma, di fatto, è una normativa «umiliata e tradita».

«Ci preoccupa il protagonismo italiano nell’export delle armi verso quei Paesi che sono ritenuti storicamente responsabili del finanziamento dei terroristi del sedicente stato islamico o di azioni illegali dal punto di vista del diritto internazionale. Il nostro Paese sta tornando all’epoca della deregulation totale nel commercio di armamenti» spiega Nicoletta Dentico, consigliera d’amministrazione della Banca popolare etica. Piano piano l’esportazione sembra sia divenuta spropositata.

«La 185 dovrebbe controllare ciò che esportiamo verso gli altri Paesi, ma ormai le relazioni sull’export di armi sono documenti sommari che non forniscono dettagli determinanti sul tipo di armamenti venduti», spiega invece Giorgio Beretta, analista dell’Osservatorio Opal di Brescia e membro della Rete italiana per il disarmo. «Ciò impedisce, di fatto, al Parlamento di controllare ciò che fa il Governo, mentre assistiamo a un aumento spropositato dell’esportazione – quest’anno autorizzazioni per oltre otto miliardi di cui quattro effettivi – soprattutto verso le zone di maggior tensione nel mondo, come il Medio Oriente e il Nord Africa e verso Paesi come l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti, l’Oman e l’Egitto. L'appello che viene fatto a tutti i gruppi parlamentari è di attivarsi per esaminare attentamente la Relazione governativa e le operazioni in materia d’esportazioni di armi autorizzate dal Governo».

Don Renato Sacco, coordinatore nazionale di Pax Christi Italia, aggiunge che si tratta di «un problema finanziario in un’epoca in cui la povertà cresce; in pratica mancano i soldi per la sanità e la scuola, ma per le armi si trovano sempre. Armi italiane che sono oggi utilizzate nei più sanguinosi conflitti in Medio Oriente. Se vogliamo eliminare le cause delle guerre e aiutare le popolazioni che soffrono dobbiamo dare il nostro contributo contro la produzione e la vendita di armi. E’ una questione pastorale, di coscienza, prima che politica ed economica». 
 
Ultimo aggiornamento: 17 Luglio, 19:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA