Non è un caso che uscendo dallo studio della Vetrata, dopo il colloquio con Sergio Mattarella, Matteo Salvini abbia fatto professione di fede euroatlantica: "Ribadiamo gli obblighi di lealtà Atlantica pur restando contrari a qualsiasi azione unilaterale in Siria". Durante le consultazioni, infatti, il capo dello Stato è apparso ai suoi interlocutori molto allarmato dall'escalation militare in Siria e dalle frasi scandite il giorno prima dal leader leghista, contrario a concedere eventualmente l'uso delle basi italiane ai caccia alleati. E a tutti ha chiesto garanzie, appunto, sulla collocazione euroatlantica dell'Italia. Garanzie che sono arrivate da tutti i partiti, Lega inclusa. La crisi siriana inoltre, secondo il Quirinale, impone un'accelerazione per la formazione del nuovo governo. L'esecutivo di Paolo Gentiloni è infatti in piedi solo per gli affari correnti e non è nelle condizioni migliori per affrontare una possibile grave crisi internazionale nel Mediterraneo. Tanto più che il fronte europeo è molto diviso: Francia e Gran Bretagna sono schierate con gli Stati Uniti e pronte a un attacco, Germania e Italia invece hanno annunciato che non parteciperanno a eventuali raid.
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