Sui maxi-schermi del Newport, locale cool di Rimini, scorre la replica della partita della Roma contro l'Udinese. Ma lei, Virginia, non la guarda. Non solo perché perché è della Lazio, ma soprattutto perché è concentrata su Giggino. Le cose non vanno male e lui, il plenipotenziario M5S appena investito della guida politica del movimento e del ruolo di candidato premier, lo sa bene. Beve Falanghina. E sembra piuttosto appagato della continue richiesta di selfie, baci, carezze e raccomandazioni - "Giggino, sono napoletana come te", gli dice una bionda - che lo assediano in questa nottata divertente non da trenini ma da pragmatismo, un po' etilico, da neo-potere post-grillista o anche definibile a-grillino. Visto che Beppe non fa che definirsi, giggioneggiando, un nonno del movimento o il papà ma anche il papa di tutti. Virginia è lì vicino. Casaleggio junior e a due passi da lei. Stasera senza Alice Salvatore, la consigliera ligure, che in queste sere è stata la compagna di danze del figlio ed erede del garante Gianroberto.
La festa dell'investitura, quella alcolica e da ore piccole ma fatali però e non quella pomeridiana al grido "onestà, onestà", di Di Maio diventato il successore di re Beppe va avanti lungo tutta la notte tra un daiquiri (uno? mille!) e un fiume di birre. A un certo punto, ore una e trenta, la Raggi e Casaleggio si appartano, per quanto sia possibile nella bolgia del festeggiamento di Giggino forse premier, e Virginia illustra a Davide tutti i successi della sua giunta e Davide mostra di crederci o finge, perché è un ragazzo educato.
Grillo ha fatto un salto veloce alla festa di Giggino.