Gaza, salgono a quattro i palestinesi uccisi negli scontri: morto il 15enne ferito

Sabato 28 Aprile 2018
Gaza, salgono a quattro i palestinesi uccisi negli scontri: morto il 15enne ferito

È morto un ragazzo palestinese di 15 anni ferito dalle forze israeliane durante il nuovo venerdì di proteste sul confine tra Gaza ed Israele. Sale così a 4 il numero dei palestinesi rimasti uccisi nel quinto venerdì di protesta sotto lo slogan della “Grande Marcia del Ritorno” voluta da Hamas.

Secondo il ministero della Sanità di Gaza altre 300 persone sono state ricoverate in ospedale,  colpiti dal
fuoco israeliano, o intossicate dai gas lacrimogeni. Fra i feriti vi sono almeno due giornalisti e membri dello staff medico. I palestinesi hanno poi denunciato il lancio di missili israeliani contro due imbarcazioni nel porto di Gaza ed una postazione di Hamas a Deir al-Balah. L’esercito israeliano, da parte sua, ha confermato di aver attaccato nella notte «sei obiettivi della forza navale dell’organizzazione terroristica Hamas nella Striscia di Gaza», come ha dichiarato un portavoce in un tweet. 

La Grande Marcia del Ritorno, organizzata da Hamas lungo la linea di demarcazione fra Gaza ed Israele, si è svolta in un clima di crescente radicalizzazione. Da parte sua l'esercito israeliano ha affermato che «decine di facinorosi armati di ordigni, bombe a mano e bottiglie incendiare» sono quasi riusciti ad aprire una breccia nel valico di Karni e sono stati bloccati in extremis. Mentre i leader di Hamas spiegano che questi confronti settimanali sono solo una fase preliminare in vista di una forte esplosione di collera popolare fissata per il 15 maggio - 70/mo anniversario della nascita di Israele - l'Alto commissario per i diritti umani dell'Onu e Amnesty International sono tornati
separatamente ad accusare i militari israeliani di aver fatto «un uso sproporzionato della forza nei confronti di dimostranti disarmati». Da parte sua il Centro di informazione sull'intelligence e il terrorismo (Iitc) di Tel Aviv ha pubblicato un'analisi, secondo cui l'80% dei primi 40 palestinesi uccisi sul confine erano «membri attivi o fiancheggiatori di gruppi terroristici».

La giornata è iniziata a Gaza in un clima di febbrile mobilitazione, dopo che in nottata nel campo profghi di Jabalya è stato sepolto Fadi al-Batsh, l'ingegnere di Hamas ucciso la settimana scorsa in Malesia in un attentato che la sua organizzazione attribuisce al Mossad israeliano. La bara è stata scortata nella principale moschea di Jabalya da una parata delle Brigate Ezzedin al-Qassam, l'ala militare di Hamas, che si è aperta la strada a fatica fra una folla di migliaia di persone. Nel corso della giornata alcuni dirigenti di Hamas - fra cui Yihia Sinwar e Fathi Hammad - hanno raggiunto migliaia di dimostranti, raccoltisi, come nelle settimane passate, in cinque punti di frizione lungo il confine, e da là hanno esortato al popolazione di Gaza a non desistere dalla lotta elaborata per forzare il blocco e rompere le linee di confine.

Da Ramallah un consigliere del presidente Abu Mazen, Muhammad al-Habbash, ha fatto appello agli abitanti di Gaza perché non seguano la politica degli «avventurieri» e «non mandino i figli a morire». Come nelle settimane precedenti, gruppi di giovani hanno oggi incendiato pneumatici lungo il confine e hanno cercato di trainare verso la Striscia tratti di reticolati. In uno di questi azioni, al valico di Karni, sono stati vicini ad aprire un varco e sono stati respinti col fuoco.
 

Ultimo aggiornamento: 29 Aprile, 09:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA