Charlie Hebdo, una marea di gente davanti alla redazione a Parigi per ricordare i giornalisti uccisi

Giovedì 8 Gennaio 2015
Charlie Hebdo, una marea di gente davanti alla redazione a Parigi per ricordare i giornalisti uccisi
dal nostro inviato Nino Cirillo

PARIGI - Tutte le nuvole fredde della città hanno deciso di concentrarsi in quel misero minuto di raccoglimento, i sessanta secondi che la Francia aspettava. Così, in rue Nicolas Appert, al numero 6, davanti alla redazione di Charlie Hebdo, a migliaia sono rimasti senza riparo quando è arrivato il momento, al punto che non si sapeva più, su quelle facce sconvolte, se fosse lacrime o gocce di pioggia.



Sono stati ricordati così, Charb, Wolinski e gli altri, neanche ventiquattr'ore dopo la strage, in mezzo a un mare di telecamere, con la balconata a piano terra, proprio all'inizio della strada, che ha fatto presto a trsformarsi in un monumento di fiori e di biglietti. Prima un applauso, poi il lungo silenzio e di nuovo un altra applauso, questo sommesso, commosso, interminabile.



I colleghi, gli amici e una marea di gente comune, gli impiegati degli uffici vicini, gli studenti delle scuola del quartiere, gli anziani che intonavano a voce bassa la Marsigliese. Si può dire che il mondo fosse lì, a rendere omaggio a quelle matite spezzate, mentre fuori, nel resto della Francia, era l'inferno.



Sparatoria a Montrouge, una vigilessa uccisa, moschea in fiamme a Le Mans, per fortuna senza feriti, e una serie di falsi allarmi che hanno portato un paese intero sull'orlo dell'abisso. E in Picardia, al nord della capitale l'infinito assedio a quei due fuggiaschi, due due fratelli algerini. Se sono stati loro, i due macellai.

Ultimo aggiornamento: 19:32