La Grecia apre a metà ai turisti italiani e la polemica si scatena. Il veneto Zaia la prende male per quell'obbligo di tampone imposto dagli eredi di Ulisse a lombardi, piemontesi, veneti e lombardi. L'emiliano Bonaccini pure, anche se nella lista nera greca figura tutta una lunga serie di zone di Olanda, Spagna e Francia. Oltre a tutto il Regno Unito. Scelta, quella del primo ministro Kyriakos Mitsotaki, dettata dall'emergenza, dai dati che forniscono le organizzazioni sanitarie, e che però non scompone più di tanto il nostro governo e il ministro degli Esteri preoccupato forse più del turismo in entrata che di quello in uscita.
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IL FLUSSO
Luigi Di Maio ha già in agenda un tour in alcune capitali tra cui Atene, dove sarà il 9 giugno. Prima volerà in Slovenia e prima ancora a Berlino quando il 5 del mese incontrerà il collega Heiko Maas. La telefonata di oggi del titolare della Farnesina con l'omologo greco Nikos Dendias, serve quindi per preparare l'incontro, ma anche per iniziare a chiarire i termini delle restrizione. Ma l'appuntamento più importante del tour del ministro degli Esteri è quello a Berlino e riguarda più gli arrivi in Italia che le partenze. I flussi turistici dalla Germania sono fondamentali per le nostre imprese turistiche che hanno già perso tantissimo nella fase di chiusura. Nei giorni scorsi Di Maio aveva protestato contro ipotesi di chiusure delle frontiere o della creazione di mini enclave a libera circolazione. Anche se la Germania di fatto non ha mai chiuso e ha spinto affinchè l'Austria realizzasse una sorta di corridoio per permettere ai propri cittadini di arrivare in Italia dopo il 3 di questo mese, l'opinione di Berlino è in grado di condizionare molti Paesi del Nord Europa.
Ognuno, Grecia compresa, non vuole gettare alle ortiche gli sforzi fatti per contenere la pandemia. Porre dei paletti all'ingresso significa però scoraggiare il già timido turista che, coraggiosamente, prova a mettere la testa fuori dal proprio Paese. E' per questo che nei giorni scorsi Di Maio ha più volte auspicato una riapertura dell'Italia tutta insieme e non a scacchiera o con restrizioni variabili regione per regione. Sinora il governo sembra essere riuscito a contenere l'esuberanza di molti presidenti di regione già in campagna elettorale, ma è bastato solo l'annuncio della decisione greca per capovolgere le paure dei governatori.
LA TOPPA
E poi c'è l'Europa.