Un mese fa erano dati intorno al 10 per cento, pericolosamente vicini al risultato a cifra singola. Poi è cominciata la rimonta. E con lei, i sospiri di sollievo nel quartier generale di Campo Marzio. Possono finalmente sperare, i cinquestelle.
Sorpassi alle urne, sfide incrociate: FdI-Pd per il primo partito, M5S e Lega per chi arriva terzo
Sondaggi, la rimonta dei 5 stelle: le ultime rilevazioni
Al punto che alcune rilevazioni indicano il M5S sempre più vicino (o quasi alla pari) con la Lega di Matteo Salvini, tra il 12 e il 13 per cento (al 13,4 secondo Ipsos). A un passo dalla medaglia di bronzo insomma, dopo il primo e secondo posto che stando ai sondaggi spetterebbero a Fratelli d'Italia e Pd. Un po' meno generosa l'ultima supermedia elaborata da Youtrend, che accredita i pentastellati dell'11,8 per cento dei consensi. In ogni caso, quasi un punto in più (0,9) rispetto solo a una settimana fa: la crescita più significativa degli ultimi sette giorni.
La linea "di lotta" di Conte
Merito, suggeriscono i più, della ritrovata linea "di lotta" impressa da Giuseppe Conte alla creatura di Grillo e Casaleggio con l'addio al governo Draghi, e della rottura del campo largo col Pd. Del resto, all'indomani dello stop all'asse coi dem, più di un pentastellato l'aveva previsto: «Finalmente potremo fare campagna elettorale puntando sui nostri cavalli di battaglia, come il reddito di cittadinanza e il superbonus». La strategia, per il momento, sembra aver funzionato.
Sondaggi, salgono M5s e Terzo Polo: Fratelli d'Italia davanti al Pd
Ma c'è anche chi attribuisce la crescita alla decisa sterzata a sinistra impressa al Movimento dall'avvocato del popolo, che da settimane punta ad accreditarsi agli occhi degli elettori come l'unico vero interprete della causa progressista. A cominciare dallo slogan, «dalla parte giusta», che riecheggia il claim scelto 9 anni fa dall'allora segretario Pd Pierluigi Bersani.
Elezioni politiche 2022, le ultime notizie. Letta a Salvini: «La partita è ancora tutta da giocare»
Ed ecco che a largo del Nazareno è cominciato a suonare qualche campanello d'allarme. Perché la prospettiva di trovarsi "scoperti" sul fronte sinistro, con un rivale pronto a rosicchiare consensi dell'elettorato più barricadero, meno sensibile al richiamo dell'agenda Draghi, preoccupa. E ridà fiato a quanti, nel Pd, chiedevano di continuare sulla strada del campo largo, l'alleanza trutturale coi 5S percorsa per mesi e poi di colpo abbandonata dopo la "non fiducia" del Movimento al governo di unità nazionale.
Il rifiuto a Enrico Letta
Tanto che, per quanto Enrico Letta abbia negato di voler tornare a dialogare coi grillini nel futuro parlamento («il no ai 5s è irreversibile», furono le parole del segretario), a mezza voce dal Nazareno c'è chi sussurra che il segretario potrebbe essere tentato di rivedere la propria posizione, dopo il voto. Soprattutto in vista di due importanti appuntamenti elettorali previsti a primavera: il Lazio e la Lombardia. Perché se a Milano l'apporto dei grillini viene definito "trascurabile" dagli strateghi dem, a Roma la musica cambia. E una corsa separata Pd-5S potrebbe spianare al centrodestra la strada per il palazzo della Regione, da dieci anni a guida centrosinistra. Ecco perché, è la previsione sussurrata in ambienti dem, sia contrari che favorevoli a questa prospettiva, di campo largo si potrebbe presto tornare a discutere.