«Scuole aperte entro le feste». Il Lazio frena: è troppo presto

Martedì 24 Novembre 2020 di Lorena Loiacono e Camilla Mozzetti
«Scuole aperte entro le feste». Il Lazio frena: è troppo presto

Non sempre è possibile riuscire a dare forma a una speranza. Ma il governo ci sta lavorando perché «Serve cautela - dice la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina - ma se i contagi andranno giù e ci sarà la possibilità di allentare alcune restrizioni, mi auguro che anche le scuole superiori vedano un ritorno graduale degli studenti in classe». E il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ospite ad Otto e mezzo su La7, aggiunge: «Cercheremo di aprire le scuole prima di Natale».

Una volontà che per diventare reale ha tuttavia bisogno di alcune certezze incontrovertibili. Indice dei contagi a parte, ci sono tuttavia perplessità da parte di diverse Regioni, a partire dal Lazio. Nella giunta del governatore Nicola Zingaretti c’è chi pensa che sia potenzialmente rischioso riportare tutti gli alunni in presenza dal 4 dicembre per sole due settimane di didattica in classe. 

Il piano


La ministra Azzolina da settimane insiste sulla necessità di far tornare i ragazzi in aula quanto prima perché le classi non sono a rischio Covid. Sul piatto della bilancia anche le ripercussioni psicologiche, sottolineate dal Cts, per quell’isolamento innaturale a cui porta la didattica a distanza. E allora se i contagi dovessero perdere vigore, e questo si saprà solo tra una settimana leggendo i dati, il 4 dicembre la cartina dell’Italia potrebbe cambiare di nuovo colore. Le Regioni più a rischio potrebbero diminuire e così il colore del rischio massimo andrebbe sfumando su un arancione generalizzato. Ma, qualora i dati dessero segnali positivi e l’intenzione dovesse essere quella di avviare piccole riaperture, dal commercio alle palestre ad esempio, la scuola dovrà avere la sua parte. In sintesi, se si pensa di arrivare al Natale concedendo delle riaperture, lo si farà anche per la scuola. Ad oggi sono in didattica a distanza tutte le scuole superiori e le classi seconde e terze delle scuole medie nelle regioni rosse. Difficile immaginare che possano rientrare, tutti insieme, oltre 4 milioni di studenti. Si tratterebbe di riaprire per piccoli step. E comunque si tratterebbe di un’apertura limitata nel tempo visto che il nuovo Dpcm andrebbe in vigore dal 4 dicembre: le scuole tornerebbero in presenza lunedì 7 se non il 9, per poi chiudere per Natale il 23 dicembre. Vale a dire due settimane o poco più di lezione in presenza: sul piatto della bilancia andrà pesato il rischio e il guadagno in termini sociali. Anche perché riaprire le scuole comporta la necessità di trovare anche una soluzione ad altri problemi - a partire dai trasporti pubblici - e in alcune Regioni proprio queste soluzioni non sono dietro l’angolo: si potrebbe tornare a parlare di orari pomeridiani per le classi e di linee di bus da potenziare. Un aspetto quest’ultimo che presto potrebbe essere al centro di un incontro tra gli esperti del Cts e i due ministri interessati: Trasporti e Istruzione.

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La cautela

Intanto però a livello di Regioni permane un discreto scetticismo dalla Campania, che oggi riaprirà comunque nidi e prime elementari, alla Puglia. Invece per descrivere la situazione del Lazio è senz’altro utile citare la parola “cautela” che in queste ore sta insistentemente circolando tra gli uffici della Regione, compresi quelli dell’assessorato alla Scuola. È chiaro che molto dipenderà dalle indicazioni del governo, sulla base delle quali il «Lazio farà le proprie valutazioni», fanno sapere dalla Pisana. Bisognerà infatti vedere se da palazzo Chigi si sceglierà di lasciare carta bianca alla singole Regioni sul capitolo scuola pur decretando l’apertura anche se graduale in funzione della diversità di condizioni di ogni singolo territorio. Proprio nel Lazio la linea per le prossime settimane è quella di mantenere il rigore sulle misure adottate finora, tanto dai ristoranti ai centri commerciali quanto per il coprifuoco alle 22. E non è escluso che nel ragionamento rientri anche la scuola anche perché a casa in tutta la Regione ci sono 261.900 studenti delle scuole superiori sugli oltre 750mila totali. Come ribadisce il direttore dell’Ufficio scolastico regionale «Seguiremo le indicazioni del governo ma è difficile credere possibile che si possa tornare in classe il 4 dicembre». È chiaro che tutti i soggetti coinvolti sono d’accordo sulla necessità di riportare gli studenti in presenza ma come spiega il capo dei presidi romani Mario Rusconi «Per quanto necessario nella nostra Regione e in particolar modo a Roma c’è un problema dimezzi pubblici tenuto presente che la circolazione nei prossimi giorni tenderà comunque ad aumentare». 
 

Covid Italia, il bollettino di oggi 23 novembre 2020: 22.930 nuovi casi e 630 morti. Calano attualmente positivi e terapie intensive

Sono 22.930 i nuovi contagi da Covid in Italia secondo l'ultimo bollettino del ministero della Salute. I morti sono 630. A 11 mesi dall'inizio dell'emergenza, l'Italia supera quindi la soglia delle 50mila vittime per Covid. Secondo i dati del ministero della Salute il numero dei morti è arrivato a 50.453, con un incremento rispetto a ieri di 630.


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