Roma, Gualtieri: «Ora si investa sulla Capitale: è necessaria una visione ambiziosa»

Domenica 28 Marzo 2021 di Mario Ajello
Roma, Gualtieri: «Ora si investa sulla Capitale: è necessaria una visione ambiziosa»

Onorevole Gualtieri, diversi sondaggi la danno in vantaggio come possibile sindaco di Roma e anche Letta l’altra sera ha parlato di lei per le primarie. È in campo? 
«Il segretario del Pd, Enrico Letta, aprirà il dossier nei prossimi giorni.

E’ in corso un lavoro molto positivo per la costruzione di una larga alleanza politica e sociale di centrosinistra e per la definizione di un grande e ambizioso progetto, adeguato ad una città come Roma. Vedremo quale sarà il suo esito. Indipendentemente da chi, alla fine di questo processo, sarà il candidato sindaco, siamo tutti impegnati per questa sfida cruciale, da cui non dipende solo il destino della nostra città ma il futuro dell’Italia. Sono comunque onorato che in tanti, nella politica e nella società civile, stiano sollecitando un mio impegno». 

Lei è ex ministro dell’Economia e parlamentare romano. Che cosa serve per rilanciare la Capitale? 
«I problemi e le straordinarie potenzialità di Roma ci dicono con chiarezza che occorre una visione ambiziosa che mobiliti tutte le energie sociali, civili, intellettuali ed economiche per ricucirne il tessuto lacerato e frammentato e rilanciarne il ruolo di grande capitale europea e di metropoli globale innovativa, inclusiva e aperta al mondo. Anche i noti problemi legati alla gestione delle più elementari funzioni ordinarie potranno trovare soluzione solo all’interno di scelte forti di innovazione, trasformazione e rigenerazione. La cosa positiva è che ci sono tutte le condizioni per aprire una fase di investimenti senza precedenti».

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Si riferisce al Recovery Fund?
«Sì, ma non solo ad esso. Se si esamina il bilancio di Roma, la cosa che colpisce è che la spesa per investimenti procapite è mediamente meno della metà di quella di Milano, si utilizza solo una quota modesta della capacità di reperire risorse sul mercato, si attinge a quelle nazionali in misura assai inferiore delle altre città. Se a questo spazio di bilancio largamente inutilizzato si aggiungono i fondi del Next Generation Eu e quelli che abbiamo stanziato nel bilancio dello Stato per i prossimi anni, risulta evidente che il problema principale più che le risorse sono i progetti e la capacità di realizzarli. Come ha detto bene Draghi: “bisogna tornare ad avere il gusto del futuro”. E oggi nonostante questa drammatica crisi c’è l’opportunità di farlo: in Italia e a Roma.

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Intanto il governo ha annunciato che nessuna regione tornerà in giallo prima di maggio: quanto ci metteremo a uscire dalla crisi? 
«Il governo fa bene a mantenere una linea di prudenza sulle riaperture basata sui dati scientifici e a spingere sui vaccini. In questo quadro è necessario proseguire con il sostegno alle famiglie, ai lavoratori e alle imprese, anche con un nuovo scostamento di bilancio, in continuità con quanto abbiamo fatto dall’inizio della pandemia, consentendo all’Italia di restare in piedi sul piano economico e sociale e attenuando l’impatto di una crisi drammatica». 

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Quando si aspetta la ripresa dell’economia?
«Sono fiducioso che appena l’andamento dei contagi e delle vaccinazioni ci permetterà di porre fine alle restrizioni, assisteremo a un rimbalzo molto forte del pil, in particolare a partire dal terzo trimestre. D’altronde già adesso i dati della manifattura sono incoraggianti. Ma non basta un rimbalzo, la sfida è aumentare in modo permanente il tasso di crescita e di occupazione, realizzando una profonda trasformazione dell’Italia nel segno dell’innovazione, della sostenibilità, della coesione sociale e territoriale. Per questo sono decisive le riforme e gli investimenti. Grazie al Recovery e alle risorse in bilancio, nei prossimi anni possiamo incrementarli di più del 50 per cento in Italia: è un’opportunità unica per il rilancio del Paese». 

Quindi ok Draghi? 
«L’agenda del governo è in gran parte la nostra, che ora sia sostenuta da chi prima l’aveva avversata è un segno di quella che un tempo si sarebbe chiamata egemonia. Mi ha fatto molto piacere sentire il premier confermare la partenza dell’assegno unico per i figli da luglio, una riforma storica che riduce le diseguaglianze e sostiene le famiglie e la genitorialità. Il Pd l’ha promossa e con l’ultima legge di bilancio del governo Conte abbiamo stanziato le risorse per finanziarla a regime. Il Pd non solo appoggia l’esecutivo ma si sente perno e protagonista della sua azione. Certo la sua maggioranza eterogenea è una sfida, come dimostrano le esternazioni demagogiche di Salvini, ma può anche essere un’opportunità per l’Italia». 

In che senso?
«La marginalizzazione delle posizioni antieuropeiste che fin qui hanno reso anomalo il nostro sistema politico, se si consoliderà, può rendere possibile un bipolarismo meno lacerante. Senza la svolta storica che abbiamo contribuito a determinare in Ue con la scelta di archiviare l’austerity e di varare il Recovery tutto ciò sarebbe stato impensabile. Ora è fondamentale che questa svolta prosegua: mantenendo politiche espansive e orientate al futuro; rendendo permanente il Next Generation Eu e realizzando una vera unione economica e di bilancio che sia alla base di un debito pienamente comune; sviluppando il pilastro sociale dell’Unione; assicurando, nel quadro di un multilateralismo cooperativo, una maggiore autonomia dell’Europa nelle catene strategiche del valore a partire dalla produzione dei vaccini. Dobbiamo sapere che è un cammino lungo e irto di ostacoli, ma quel che conta è muoversi nella direzione giusta». 

Il Pd però va sempre al governo senza vincere le elezioni? 
«Guardi, io credo che il Pd deve essere protagonista di un nuovo “europeismo popolare”, tenendo insieme orizzonte europeo, interesse nazionale e rappresentanza popolare intorno a un progetto di rilancio e di cambiamento, e costruire un schieramento progressista e democratico che sia finalmente maggioranza nel Paese. Per questo obiettivo è fondamentale l’azione di governo, l’apertura alla società e un campo largo di centrosinistra che alle prossime elezioni politiche può allearsi con i 5 stelle guidati da Conte per battere la destra». 
 

Ultimo aggiornamento: 19:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA