Salvini: «Guerra ad alcuni vaccini per logiche economiche, pasticcio Ue»

Mercoledì 17 Marzo 2021 di Mario Ajello
Salvini: «Guerra ad alcuni vaccini per logiche economiche»

Onorevole Salvini, che cosa bisogna fare di fronte al caso AstraZeneca: dire che i vaccini sono pericolosi, assecondando certi umori popolari e certo terrore mediatico, oppure fidarsi ancora e sempre di più della scienza? 
«Io mi fido dei medici, ma in questi mesi è vero che abbiamo sentito in tivvù tutto e il contrario di tutto.

Servono meno annunci e confusione, più trasparenza. Soprattutto, il pasticcio in corso conferma il totale fallimento dell’Europa, che sui vaccini sta sbagliando tutto. Bene quindi fa il governo italiano a lavorare per produrre farmaci anti-Covid in Italia e per cercare altri vaccini ovunque. A partire da San Marino, India, Russia, Stati Uniti o Israele. Per la salute degli Italiani, vale tutto».

L’Aifa prima ha rassicurato, poi dopo il blocco tedesco sospende AstraZeneca, infine dice di affidarsi ai giudizi dell’Ema che ritiene ingiustificata la sospensione. Perché questi pasticci?
«Per paura? Incapacità? Guerre commerciali? In Germania hanno riscontrato una decina di casi sospetti su 1,6 milioni di somministrazioni e hanno bloccato tutto, in Gran Bretagna e in altri paesi europei invece stanno andando avanti a vaccinare. Che confusione! Oltre a Bruxelles sicuramente anche AstraZeneca ha sbagliato, comunicando male da tempo, non solo nelle ultime ore. E del “terrorismo mediatico” di alcune tivvù e giornali italiani, che va avanti da mesi, sarà la storia a dare un giudizio».

Dovrebbe saltare qualche testa all’Aifa o comunque ai vertici del sistema farmacologico e sanitario?
«In Europa e anche in Italia qualcuno dovrà rispondere di errori, omissioni e ritardi. Non credo nei capri espiatori, ma è ora che chi sbaglia paghi, soprattutto se c’è di mezzo la vita e la salute delle persone. Sono convinto si debba ripensare a una governance per Aifa, che nasce come agenzia/strumento per dare voce concreta alle regioni. Ho stima e fiducia nel nuovo presidente di Aifa, Palù, virologo di fama mondiale, e nel generale Figliuolo, che non farà rimpiangere l’epoca buia di Arcuri. Anche su questo Draghi ha dimostrato concretezza e coraggio».

Il vaccino AstraZeneca comunque sembra, dalle prime analisi e dalle autopsie, slegato dalle morti che ci sono state. Questo dovrebbe rassicurare, no? 
«Su questo punto attendo il parere degli organi ufficiali della comunità scientifica nazionale e internazionale. Non vorrei che dietro questi allarmismi possa nascondersi una battaglia economica per sfavorire alcuni vaccini a vantaggio di altri: proprio per questo mi aspetto risposte chiare, definitive, indiscutibili. Senza dimenticare le migliaia di persone che stanno morendo di altro e non di Covid per le prestazioni sanitarie rallentate, come la prevenzione dei tumori ad esempio».

Il governo Draghi ha qualche tipo di responsabilità in questa vicenda? 
«Come ho già detto, il dossier vaccini è stato fin dall’inizio appannaggio dei vertici dell’Unione Europea che fin qui hanno fatto molti annunci, spesso contraddittori, e troppi danni. Il governo Draghi sta cercando di recuperare il tempo perduto sul piano nazionale, grazie al grande sforzo del ministro Giorgetti per produrre al più presto i vaccini in Italia».

Il caso AstraZeneca dice che bisogna puntare subito su Sputnik? 
«Confido che in brevissimo tempo da Ema a Bruxelles ci dicano se Sputnik può essere utilizzato oppure no. Non devono esistere pregiudiziali geopolitiche o di altro ordine. Se un vaccino funziona ed è sicuro, l’Italia deve comprarlo. Anche se provenisse da Marte... La Repubblica di San Marino, nel cuore dell’Italia, sta vaccinando rapidamente migliaia di cittadini proprio con lo Sputnik, senza nessuna controindicazione riscontrata fino ad oggi».

L’Europa non sta facendo bella figura nella questione vaccini, mentre Russia, Stati Uniti, Cina, Gran Bretagna, Israele si muovono meglio? 
«L’Europa sta rivelando i suoi limiti strutturali, soprattutto di natura politica. Spero si aprirà una riflessione su che cosa cambiare dell’attuale assetto, anche perché il dopo Covid avrà ripercussioni economiche e sociali che l’Europa dovrà affrontare con maggior coraggio, velocità e coesione, altrimenti continueremo a fare la figura del vaso di coccio tra i vasi di ferro. Le sembra normale che solo ieri un ministro tedesco abbia invocato il rapido ritorno alle regole dell’austerità e dei sacrifici pre-Covid? O l’Europa si rifonda e rilancia sui temi del lavoro, dello sviluppo e del benessere, o è morta. Sulla Cina dico solo che mi aspetto una Commissione d’inchiesta internazionale che accetti bugie, ritardi e responsabilità nella diffusione del virus. Ormai è chiaro che tutto è partito da lì».

Che cosa bisogna fare se giovedì Ema sblocca AstraZeneca?
«Correre con il piano vaccinale modello Bertolaso e poi... cure domiciliari, cure domiciliari e cure domiciliari. Ci sono protocolli sperimentati e vincenti che hanno dimostrato di funzionare durante i giorni peggiori dell’emergenza, perché non sono ancora adottati a livello nazionale? Perché bisogna puntare solo sul coraggio di centinaia di valorosi medici?»

Obiettivo: 80 per cento di vaccinati entro settembre. Se AstraZeneca resta bloccato come si fa? 
«Volere è potere. Certo, le difficoltà non mancano, ma sono certo che grazie al lavoro e alla concretezza di questo governo  riusciremo a trovare più vaccini all’estero, a produrre i vaccini in Italia e a superare certe pregiudiziali che davanti alla salute non hanno senso». 

Nuove chiusure da qui a Pasqua. Nuovi sacrifici per i cittadini. Erano evitabili?
«Conto che marzo sia l’ultimo mese con questi sacrifici e da aprile si torni a vivere, lavorare, studiare, fare sport, volontariato e cultura in presenza, non solo a distanza. Ed entro la settimana passerà finalmente il decreto che porterà soldi veri sul conto corrente di milioni di italiani che sono costretti a chiudere, compreso un milione di liberi professionisti fino ad oggi dimenticati».

C’è chi dice: ora che c’è Letta sarà un continuo bisticcio tra lui e Salvini anche se convivono nella stessa maggioranza. E’ pronto alla sfida? 
«Nessuna sfida, non possiamo perdere tempo in beghe. Al contrario, mi aspetto una leale collaborazione e, perché no,  un po’ di sana competizione su chi farà meglio. Certo che se per il Pd la priorità sono lo Ius Soli e più immigrazione, non partono bene».

Lo Ius soli non lo volete. Ma voto ai 16enni e  Mattarellum vanno bene? 
«Al momento credo che ogni minuto perso senza parlare di vaccini, cure domiciliari e aiuti alle imprese che soffrono, sia un insulto a milioni di italiani. Ma segnalo a Letta che l’Italia è già il primo Paese europeo per riconoscimento di cittadinanze, senza dover cambiare nessuna legge. Sul voto ai 16enni sono d’accordo, anche se ora la priorità è di farli rientrare a scuola non per votare, ma per studiare. E su una legge elettorale maggioritaria, noi ci siamo. Basta non perdere tempo».

Ed eccoci a Roma. Gualtieri sta per  annunciare la sua candidatura. Centrodestra ancora in stallo. Perché non riuscite a superare i veti reciproci tra Lega  e Fdi?
«A sinistra ci sono almeno tre candidature: Raggi, Calenda e ora Gualtieri. Il centrodestra saprà trovare una sintesi efficace, come sempre. Non ci sono veti, semplicemente io penso che Bertolaso sia una bellissima opportunità di buongoverno per rilanciare Roma come Capitale italiana e mondiale. Siamo già al lavoro sul programma con associazioni e cittadini: penso alla riqualificazione dell’area dello stadio Flaminio, alla realizzazione all’Eur di un centro di ricerca specializzato in salute e ambiente, al recupero dell’ex fiera di Roma e dell’ex area dei Mercati generali, al piano periferie per strapparle all’abbandono. Ci sono già 500 candidati per il Campidoglio ed i Municipi pronti a partire: dopo i disastri della Raggi, la Lega è pronta a restituire ai romani la dignità, l’efficienza, la bellezza, la sicurezza e la speranza che meritano».
 

Ultimo aggiornamento: 13:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA