La certificazione Parità di genere è un obiettivo centrale sul fronte Pnrr per il governo.
La ministra ha aggiunto: «La certificazione della parità di genere è anche una grande operazione culturale. I requisiti che permettono la Certificazione sono fondamentali per raggiungere quella parità sul lavoro che ancora oggi non abbiamo raggiunto. Basti vedere non solo l'accesso al lavoro ma l'eccesso di dimissioni che ci sono soprattutto dopo la maternità e, ovviamente, il gender pay gap. Il fatto di produrre un ambiente di lavoro nelle aziende - un vecchio sogno che stato più volte rincorso da grandi imprenditori illuminati – che sia il più possibile accogliente, sereno e inclusivo credo che oggi sia un obiettivo raggiungibile che permetterebbe di concepire anche per i nostri giovani l'idea del lavoro, dell’intrapresa».
«Perché la Certificazione di Genere continui a dare la spinta ad un cambiamento virtuoso nelle aziende a favore di una maggiore inclusione delle donne nel mondo del lavoro e affinché non sia solo su base volontaria ma perché entri davvero nel Dna delle organizzazioni e produca un cambiamento concreto e durevole nel tempo, auspichiamo che il Governo non la depotenzi e anzi la sostenga - ha detto subito dopo la Ministra Roccella, dal lato delle imprese, l’Amministratrice Delegata del Gruppo 24 ORE Mirja Cartia d’Asero -. Sono convinta che il tema della parità di genere rappresenti, oltre che una questione etica, un motore di crescita economica, come emerge anche da tanti studi e analisi recenti che dimostrano come le aziende più inclusive siano in grado di creare un valore più elevato. In questo ottica ritengo che la Certificazione della parità di genere sia uno strumento fondamentale per accompagnare il sistema economico in generale, e italiano in particolare, verso un mondo del lavoro e dell’occupazione più inclusivo, più equo e anche con una redditività più sostenibile”. E, dopo aver ricordato che il Gruppo 24 ORE è la prima media company editoriale ad aver ottenuto la certificazione di genere, ha aggiunto: «Gran parte delle aziende hanno dimostrato questa sensibilità ma devono essere sostenute convintamente anche sul fronte legislativo attraverso lo strumento della premialità pubblica, perché come hanno dimostrato le quote di genere della Legge Golfo-Mosca le leve dall’alto funzionano, e anzi hanno addirittura fatto scuola in Europa, tanto che ora la UE ha approvato la Direttiva Women on board».