Renzi: «La riforma è un passo importante. Chi sbaglia paghi i suoi errori»

Il leader di Iv: «Quello di Nordio è un passo avanti, ma ancora troppo timido»

Domenica 18 Giugno 2023 di Ernesto Menicucci
Renzi: «Giustizia, chi sbaglia paghi per gli errori. Sì alla lista dei riformisti»

Presidente Renzi, come giudica – nel suo complesso – la riforma Nordio sulla giustizia?
«La giudicheremo in Parlamento quando vedremo i testi.

Per adesso da quello che si legge possiamo dire che è un passo nella direzione giusta. Ancora timido per noi, ma un passo in avanti».

Abuso d'ufficio: cosa è, come funziona e cosa cambia con la riforma della giustizia

Italia Viva la sosterrà in Parlamento? E che atteggiamento si aspetta da parte della maggioranza?
«Aspettiamo di leggere i testi ma per quello che si capisce il nostro voto sarà positivo su molti aspetti. Mi auguro che la maggioranza colga la possibilità di accettare alcuni dei nostri emendamenti: sarebbe un gesto di rispetto e di intelligenza politica».

Ci sono altri possibili punti di convergenza con l’attuale maggioranza?
«Credo che la cosa più logica sarebbe scrivere insieme le riforme costituzionali. Noi ci siamo presentati alle elezioni chiedendo di introdurre l’elezione diretta del Premier, secondo il principio del “Sindaco d’Italia”: se la maggioranza lo proporrà noi voteremmo certamente a favore visto che siamo stati gli unici a proporlo agli elettori».

Abuso d’ufficio. Lei ha fatto l’amministratore locale, quanto ha influito negativamente sull’azione delle amministrazioni?
«È una norma che può essere tranquillamente cancellata, io voterò a favore della proposta Nordio. Penso tuttavia che il problema principale degli amministratori sia l’eccesso di burocrazia, non solo l’abuso d’ufficio. Ma per questo non serve il codice penale ma una sana riorganizzazione della pubblica amministrazione».

E per quanto riguarda il traffico di influenze? Si rischia il colpo di spugna?
«No, si rischia piuttosto il colpo di testa a definire un reato che non ha senso senza la esplicita previsione normativa di che cosa siano le lobby. Quando la Severino introdusse il traffico di influenze spiegò che andava accompagnato a una modifica di legge sulle lobby. In assenza di questa previsione il traffico di influenze vuol dire tutto o niente, è un reato talmente indeterminato da non sembrare reale».

I sindaci dem sembrano avere una linea diversa rispetto al Nazareno. Se l’aspettava? Che segnale politico è?
«Le differenze tra Schlein e sindaci sull’abuso di ufficio sono niente rispetto alle differenze sul resto. Ieri Elly è andata in piazza con Conte per una manifestazione la cui piattaforma programmatica è totalmente contraria alle idee del Pd di Zingaretti e di Letta, non solo di Renzi. Mi domando che cosa restino a fare i riformisti nel Pd quando la loro segretaria lavora per la concorrenza. Peraltro in un corteo flop con più telecamere che manifestanti».

Intercettazioni. I limiti alla pubblicazione introdotti nella riforma possono incidere sulle indagini dei magistrati? In attesa che la legge faccia il suo iter, lei – da direttore di giornale – come si comporterà?
«I limiti alla pubblicazione separano le carriere, non le carriere dei magistrati ma le carriere di alcuni giornalisti da quelle di alcuni magistrati. Le indagini non ne risentono, al massimo ne risente la visibilità di qualche procura. Quanto a noi de “Il Riformista” siamo da sempre molto prudenti sulle intercettazioni e garantisti fin nel midollo. Pensi che ho scelto di non parlare proprio di vicende su cui avrei ben potuto speculare politicamente: noi su Massimo D’Alema e la sua indagine sulle armi non abbiamo scritto una riga dando – credo – una lezione di stile a chi ha costruito intere campagne contro di me e di noi».

Per una compiuta riforma della giustizia quale dovrebbe essere secondo lei il prossimo passo?
«Servono ancora tante cose, ma la principale è sancire la responsabilità di chi sbaglia. Vale per tutti noi, in ciascun aspetto della nostra vita: bisogna far pagare chi sbaglia. In queste ore a Firenze stiamo cercando una bambina di cinque anni: perché la procura non ha sequestrato nei mesi scorsi l’immobile abusivamente occupato nonostante le richieste ufficiali e ufficiosi in questo senso? Chi paga per questo errore? E ancora, 40 anni dopo Enzo Tortora, possibile che ci sia qualche PM che fa carriera anche dopo aver presto cantonate storiche?».

Mercoledì scorso era ai funerali di Berlusconi. Cosa ha rappresentato per lei?
«Berlusconi, per chi lo ama e per chi lo odia, ha scritto la storia degli ultimi 30 anni. E una personalità come la sua non può che lasciare il segno».

Ha un erede? Cosa succederà a Forza Italia?
«Impossibile immaginare un suo successore, credo che nessuno sia in grado di farlo. E ogni discorso sull’eredità che lascia penso che sia prematuro, si farà con i tempi e nelle sedi dovute. Con una battuta: tutte chiacchiere...».

Europee. Crede che Meloni entrerà nella maggioranza Ursula? E che scenario vede per l’Italia dopo le elezioni UE?
«Penso che Meloni sarà costretta a entrare in questa maggioranza. Mi ha fatto molto sorridere vedere che la nostra Presidente è stata attaccata dalla Le Pen al grido “Accetta gli accordi sui migranti per avere i soldi europei”. Mi fa ridere perché è la stessa accusa che Giorgia faceva a me dieci anni fa. È come se fosse girata la ruota: adesso la Meloni oggettivamente è parte dell’establishment europeo e questo non può che farle perdere molti consensi di estrema destra. Ma è un bene per l’Italia. Quanto al 2024 è ancora presto per dirlo. Ma se vogliamo che l’Italia conti in Europa i riformisti devono fare un buon risultato per ridurre il peso degli estremisti e dei sovranisti. Ecco perché voglio fare una grande lista dei riformisti, tutti insieme».

Per chiudere, su lei e Calenda è stato detto e scritto molto. Come sono i vostri rapporti personali e politici?

«Calenda ha deciso di rompere la federazione tra i nostri partiti commettendo, secondo me, un errore politico. Noi di Italia Viva invece continueremo a lavorare perché il fronte riformista sia unito. E il fatto che Schlein vada nella piazza dei Cinquestelle, dove Grillo evoca le “brigate di cittadinanza”, rafforza l’idea che l’alternativa al centrodestra o sarà riformista o non sarà».

Ultimo aggiornamento: 19 Giugno, 09:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA