«Nessuna interferenza con i giudici».
Nordio vuole sgombrare il campo da quelli che ritiene equivoci. La decisione sui domiciliari con braccialetto elettronico, è la linea del ministro, è stata dei giudici della corte d’appello di Milano: tre magistrati contro i quali da via Arenula è partita un’inchiesta disciplinare. E il Guardasigilli non sarebbe potuto intervenire: è una «eresia», sottolinea Nordio, dire che il ministro della Giustizia aveva competenza sulla concessione degli arresti domiciliari a Uss. «La sequenza di critiche e insinuazioni, interpretazioni soggettive della legge e dilettanteschi commenti di sgrammaticatura giuridica - esordisce il ministro - impongono una chiarificazione».
«Decisione della magistratura»
Chiarificazione che, per Nordio, non può prescidere da un punto: la decisione sui domiciliari con braccialetto elettronico per Uss fu della magistratura. E il governo non avrebbe potuto fare nulla per intervenire. La nota del dipartimento di Giustizia Usa sul pericolo di fuga di Artem Uss, spiega in Aula, «è stata estesa anche alla Corte
d'Appello e alla procura generale di Milano». Dunque i giudici erano informati della particolare delicatezza della questione, secondo il Guardasigilli: la Corte d'appelo di Milano «era stata inondata da osservazioni sul pericolo di
fuga», ha aggiunto il ministro. «Invito a confrontare le motivate osservazioni espresse dalla procura generale di Milano con le 5 righe con cui la Corte d'appello ha deciso che Uss, che ha una casa e una moglie, poteva essere scarcerato con il braccialetto elettronico», ha osservato. «Cinque righe» a fronte del provvedimento di quattro pagine, aggiunge il ministro, «documentatissimo» e «ampiamente motivato» con il quale la Procura generale milanese si era opposta alla richiesta dei domiciliari, facendo presente che Uss aveva «conti bancari in tutto il mondo» e «appoggi internazionali» che lo mettevano ad alto rischio di fuga.
Stati Uniti «esterrefatti»
Anche gli Usa, per Nordio, si sono mostrati «esterrefatti» dalla decisione, secondo Nordio. Sul braccialetto e il perché non abbia funzionato a dovere, aggiunge, «sono in corso ulteriori accertamenti da parte del ministero degli Interni». Ma è «stravagante», ha osservato, pensare che il ministero avrebbe potuto impugnare il verdetto della corte: «Non è mai accaduto che un ministro si sia intromesso nelle decisioni della magistratura».
«Per quanto riguarda l'azione disciplinare, invece, la linea è quella di acecrtare cosa sia successo e stabilire le eventuali responsabilità. Nessun «intento intimidatorio», chiarisce: «È dovere del ministero procedere
con gli stessi criteri con cui i pm inviano l'informazione di garanzia ai cittadini nei cui confronti svolgono le indagini». E «nessuno può permettersi di imputare al ministro interferenza quando esercita le sue preorgative per verificare la conformità del comportamento dai magistrati ai doveri di diligenza».
Le critiche delle opposizioni
Critiche invece le opposizioni, con le quali il confronto si prolunga fino a metà pomeriggio. Nordio «non spiega la figuraccia», attacca da +Europa Benedetto Della Vedova. Mentre per i Cinquestelle il ministro «oggi non ha offerto alcun elemento di chiarezza rispetto ad una vicenda di gravità inaudita». Critica anche Debroa Serracchiani del Pd: «Assistiamo a un maldestro tentativo di trovare un capro espiatorio e scaricare le responsabilità - va allo scontro - Ma la responsabilità che le attribuiamo è tutta politica».