I giudici liberano 3 migranti: «Decreto illegittimo». Il Viminale: impugneremo il provvedimento

Accolto il ricorso di un migrante inizialmente sbarcato a Lampedusa

Sabato 30 Settembre 2023 di Valentina Errante
Migranti, giudici liberano ospite centro di Pozzallo: «Decreto del governo illegittimo»

Un decreto incompatibile con le norme dell’Ue e con i principi sanciti dalla Corte di giustizia europea e neppure in linea con l’articolo 10 della Costituzione. Così il giudice Iolanda Apostolico, della sezione immigrazione del Tribunale civile di Catania, ha bollato le norme approvate pochi giorni fa dal governo e annullato i provvedimenti con i quali il questore di Catania aveva disposto il “trattenimento” di tre ospiti del centro appena aperto a Pozzallo. Il ministero dell’Interno ha già annunciato che impugnerà la decisione, che sarà esaminata da un altro giudice. «La procedura accelerata di frontiera - spiegano dal Viminale - è uno degli aspetti che, già contenuto nella direttiva europea 2013, trova oggi l’unanime consenso dei Paesi europei nell’ambito del costruendo nuovo Patto per le migrazioni e l’asilo e che il Governo italiano ha disciplinato nel decreto Cutro».

E mentre l’opposizione accoglie con favore la decisione del giudice, il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, tuona su Twitter, pubblicando una foto delle motivazioni del Tribunale: «Serve una profonda riforma della Giustizia». 

IL PROVVEDIMENTO

Il questore di Ragusa, che aveva firmato l’atto per trattenere i quattro migranti (uno ha poi ritirato la richiesta di asilo), rappresentati dal centro Astalli e dai legali dell’Associazione studi giuridici, aveva chiesto la convalida per prolungare il fermo per i 28 giorni previsti dal decreto Cutro, ma nell’annullarlo il giudice ha innanzi tutto osservato che l’atto del questore non era motivato e che mancava «la valutazione su base individuale delle esigenze di protezione manifestate, nonché della necessità e proporzionalità della misura in relazione alla possibilità di applicare misure meno coercitive». I legali dei migranti avevano contestato, tra l’altro, il mancato rispetto dei termini per il trattenimento che era iniziato il giorno dello sbarco a Lampedusa, il 20 settembre, e non il 27 a Pozzallo. Quindi oltre le 48 ore. Motivi accolti. Scrive il giudice che secondo la direttiva Ue del 2013, che avrebbe ispirato il decreto Cutro, «il richiedente non può essere trattenuto senza che siano state esaminate la necessità e la proporzionalità di una siffatta misura». Ma il Tribunale trova illegittima la norma anche nella parte che prevede il pagamento della “cauzione” di 5mila euro, che non possono essere versati da terzi. Si precisa nelle motivazioni che il decreto, dove prevede «che il richiedente asilo debba versare in un’unica soluzione 5mila euro, mediante fideiussione bancaria o polizza fideiussoria assicurativa, precludendo la possibilità che esso sia versato da terzi, non è compatibile con la direttiva 2013/33». 

E il giudice cita anche l’articolo 10 della Costituzione, interpretato dalle sezioni unite della Cassazione nel ‘97, in base alla quale «deve escludersi che la mera provenienza del richiedente asilo da Paese di origine sicuro possa automaticamente privare il suddetto richiedente del diritto a fare ingresso nel territorio italiano per richiedere protezione internazionale». 

LE RICHIESTE

I tre tunisini, senza documenti, avevano addotto motivi diversi per ottenere protezione, che non hanno pesato però sulla decisione. Uno ha sostenuto di essere perseguitato per caratteristiche fisiche che i cercatori d’oro del suo Paese, secondo credenze locali, ritengono favorevoli nello svolgimento della loro attività e di non avere potuto prendere il passaporto nella fuga. In un altro caso, un ventitreenne ha detto di essere partito per i dissidi con i familiari della sua ragazza, annegata in un precedente tentativo di raggiungere le coste italiane. Davanti al giudice ha dichiarato che volevano ucciderlo ritenendolo responsabile della sua morte. Il terzo ha spiegato che il motivo dell’allontanamento era dovuto a questioni essenzialmente economiche e per minacce che aveva ricevuto dai creditori. 

 

LE REAZIONI

La maggioranza alza gli scudi contro la decisione del Tribunale. «Muove più sdegno che sorpresa la notizia dell’avvenuto annullamento del trattenimento del primo immigrato dal centro di Pozzallo - commenta il capogruppo di Fdl alla Camera, Tommaso Foti - Il Consiglio dei ministri si era mosso nella linea espressa dal presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Non ci si può esimere dal notare come a fronte delle decisioni del governo Meloni di regolare un fenomeno di portata europea quale quello dell’immigrazione, si contrappongano decisioni del tutto irragionevoli in punto di diritto». A difendere il provvedimento invece è l’opposizione con Riccardo Magi di +Europa che sottolinea come il giudice abbia «fermato l’escalation razzista» E aggiunge: «Dall’uso generalizzato del trattenimento al fatto che la mancanza di risorse economiche, o la mera provenienza da un cosiddetto paese sicuro, non possono giustificare di per sé il trattenimento». Mentre il deputato del Pd Matteo Mauri dice: «È la dimostrazione che il decreto è illegittimo e inapplicabile. 

Ultimo aggiornamento: 6 Ottobre, 15:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA