«Ci sono interessi che collimano». Giorgia Meloni sintetizza così il lungo tete-a-tete avuto ieri notte con Emmanuel Macron. A margine del Consiglio europeo infatti, in una sala appartata dell’hotel Amigo di Bruxelles, i leader hanno chiuso il sipario su lunghi mesi di ripicche per portare sotto i riflettori quei dossier che, a vicenda, ritengono determinanti.
Meloni-Macron, gli interessi comuni
In particolare nel confronto con l’inquilino dell’Eliseo, Meloni ha cercato (e trovato) sponde sulla gestione dell’emergenza tunisina.
Dal canto suo invece, al netto di un assoluto interesse comune di Macron e Meloni ad arrivare ad una riforma del Patto di stabilità anti-austerity, Parigi ha strappato il sostanziale impegno italiano ad appoggiare la loro iniziativa che equipara l’idrogeno verde ottenuto dal nucleare a quello da fonti rinnovabili. «Condivido la posizione sulla neutralità tecnologica» ha spiegato la premier prima di lasciare l’Europa Building. «Penso che tutte le tecnologie che possono garantire gli obiettivi dell’Unione europea si è data debbano essere riconosciute, indipendentemente dalla scelta italiana in tema di nucleare».
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