Caso La Russa, Meloni: «Da madre comprendo la sua sofferenza, ma non sarei intervenuta. Solidarizzo con una ragazza che denuncia»

Lo dice la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in conferenza stampa a Vilnius al termine del summit della Nato

Mercoledì 12 Luglio 2023 di Andrea Bulleri
Caso La Russa, Meloni: «Da madre comprendo la sua sofferenza, ma non sarei intervenuta»

«Non c'è alcun conflitto con la magistratura. Almeno, non da parte mia». Anzi: «Chi confida nel ritorno dello scontro governo-toghe, temo rimarrà deluso». L'aveva promesso, Giorgia Meloni, che sulle questioni italiane sarebbe intervenuta al termine del vertice Nato di Vilnius. Detto, fatto: dopo qualche giorno di silenzio, la premier entra nel merito delle polemiche degli ultimi giorni. Dal progetto di separare le carriere di giudici e pm («andiamo avanti perché è nel nostro programma e serve a garantire e difendere la terzietà dei magistrati, ma non è una misura punitiva»), fino ai casi che hanno toccato più da vicino la maggioranza. A cominciare dall'inchiesta su Leonardo Apache La Russa («da madre comprendo bene la sofferenza del presidente del Senato», ma «non sarei intervenuta sul merito della vicenda» e «tendo a sodalizzare con una ragazza che denuncia, senza pormi il problema dei tempi»).

Fino al caso più «politico», quello del sottosegretario Andrea Delmastro: una questione «che mi ha colpito», perché si tratta di «un sottosegretario alla Giustizia in carica». E l'imputazione coatta, osserva Meloni, è «un fatto che non avviene quasi mai: nel momento in cui avviene nei confronti di un sottosegretario, io ne assumo la consapevolezza». 

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Il conflitto coi giudici

La prima parte dell'intervento, tuttavia, è tesa a provare a gettare acqua sul fuoco. «Ci sono state molte polemiche, ho letto cose curiose. Non c'è dal mio punto di vista alcun conflitto con la magistratura. Chi confida nel ritorno dello scontro tra politica e magistratura credo che rimarrà deluso». Piuttosto, spiega la premier, c'è la volontà di portare avanti il programma di governo, che prevede la separazione delle carriere tra giudici e pm. Una riforma che serve per «rafforzare la terzietà del giudice», non «contro» i magistrati ma anzi «speriamo, con il loro contributo». 

Poi Meloni rivolge una stoccata all'Associazione nazionale magistrati: «Mi ha sorpreso che in queste ore alcune dichiarazioni dell'Anm si siano collegati questo obiettivi storicamente nel nostro programma  a uno scontro fra governo e magistratura, quasi come se queste nostre posizioni avessero un sorta di intento punitivo».

L'inchiesta su Leonardo La Russa

Infine arriva sui casi che hanno fatto fibrillare la maggioranza negli ultimi giorni: l'inchiesta su Daniela Santanchè, quella su Andrea Delmastro e soprattutto il caso del figlio di Ignazio La Russa, Leonardo Apache, denunciato per violenza sessuale. «Capisco molto bene, da madre, la sofferenza del presidente Ignazio La Russa» per il caso che vede coinvolto suo figlio Leonardo Apache, «anche se non sarei intervenuta nel merito della vicenda. Tendo a solidarizzare, per natura, con una ragazza che decide di denunciare» di aver subito una violenza sessuale. «Poi bisognerà andare nel merito» e «mi auguro che la politica ne resti fuori», spiega Meloni. 

Diversa la vicenda Delmastro, per il quale il pm aveva chiesto l'archiviazione. Il gip, invece, ha disposto l'imputazione coatta del sottosegretario.  «Per come la vedo io - osserva Meloni - il processo di parti e la terzietà del giudice significa che il giudice non dovrebbe sostituirsi al pm. Lo dico - aggiunge - perché credo che queste siano il senso delle dichiarazioni del ministero della giustizia», sull'eventuale riforma del meccanismo (riforma di cui «parlerò con il ministro Nordio», prima di prendere decisioni). Ancora differente, per Meloni, il caso della ministra del Turismo: «La questione Santanchè è extrapolitica, non riguarda la sua attività di ministro che sta facendo molto bene». Per la premier si tratta di una questione «complessa», che «va vista nel merito, quando il merito sarà completamente conosciuto». Ma, aggiunge Meloni, «credo che questo competa alle aule dei tribunali e non alle trasmissioni tv. L'anomalia è che al ministro non viene notificata l'indagine, ma viene notificata a un quotidiano il giorno stesso in cui lei va in Aula per l'informativa. Io - conclude - segnalo un problema di procedura».

Ultimo aggiornamento: 13 Luglio, 00:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA