M5S, Schlein abbraccia Conte: le prove di campo largo (e le battaglie comuni, come salario minimo e lotta al precariato)

A sorpresa, la segretaria del Pd ha deciso di partecipare al corteo contro Meloni. «Percorso ne abbiamo da fare, ma questo è un buon passaggio», la risposta del leader M5s

Sabato 17 Giugno 2023 di Luca Pulejo
Manifestazione M5s, presente anche Elly Schlein, prove di campo largo per l'opposizione?

Elly Schlein si presenta a sorpresa alla manifestazione di Giuseppe Conte contro il governo Meloni. La segretaria dem, che aveva fatto filtrare una sua assenza, ha deciso invece di passare dal corteo del M5s. I due si sono salutati con un abbraccio e un bacio sulle guance. «Lavorare insieme contro la precarietà, per il salario minimo e per il reddito.

Avete fatto bene a mobilitarvi Giuseppe», ha detto la segretaria del Pd al leader M5s.«Ce lo siamo detti: percorso ne abbiamo da fare, ma assolutamente questo è un buon passaggio. Grazie per essere passata», ha dichiarato in risposta Conte.

Prove di campo largo per le opposizioni? Questa è ovviamente la domanda che ci si pone, dopo lunghi tergiversamenti della segretaria dem, che fino all'ultimo aveva fatto filtrare la sua assenza al corteo.  In teoria, infatti, sarebbe dovuta essere presente una delegazione dem composta dai membri della segreteria Alfredo D’Attorre e Marco Furfaro, mentre molti big del partito erano impegnati in due eventi targati pd a Napoli e Bologna. 

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Il passo in avanti

Questa scelta invece di presenziare segna un passo avanti rispetto a un possibile fronte basato sui temi che uniscono le due parti contro il governo Meloni, come lotta al precariato o  salario minimo. Oppure, ancora, la questione del cambiamento climatico, con Conte che ha ospitato nel palco di largo Ricci, alla fine del corteo, gli esponenti di Ultima Generazione, usando nei loro confronti parole tutto sommato simili a quelle usate in passato dalla segretaria Schlein («i modi possono non essere giusti, ma la protesta è giusta»).

Meglio quindi glissare sul tema divisivo per eccellenza in questa fase: l'invio delle armi a Kiev, che vede i due partiti schierati su fronti opposti. Non a caso, uno dei maggiori sostenitori (da tempo) dell'alleanza Pd-M5s, come l'ex presidente della Camera Roberto Fico, taglia corto: «Oggi parliamo di lavoro». 

 

Sulla stessa lunghezza d'onda anche Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana («se oggi c'è la convergenza, bene così, si fa insieme il pezzo di strada che si può fare insieme») e altri politici presenti. Quello che si andrebbe profilando è un fronte basato su alcuni temi specifici, quindi, con l'incognita della partecipazione attiva dei partiti di Matteo Renzi e Carlo Calenda, magari rispetto al salario minimo o ai diritti civili. Su quest'ultimo punto, in particolare, aveva stupito la presenza all'ultimo Pride di Roma di Maria Elena Boschi insieme ad Elly Schlein, mentre da Napoli Matteo Renzi rivendicava all'assemblea di Italia viva i risultati ottenuti sul tema della parità di diritti nel suo governo. Tutti temi su cui il fronte anti-Meloni può trovare, di volta in volta, unità.

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