M5S, Perilli: «Se non reggiamo ci sono i senatori a vita. Il Salva Stati? Vedremo, aspettiamo l'aula»

Domenica 5 Luglio 2020 di Simone Canettieri
5S, Perilli: «Se non reggiamo ci sono i senatori a vita. Il Salva Stati? Vedremo, aspettiamo l'aula»

Gianluca Perilli, capogruppo del M5S in Senato, il governo reggerà la prova di Palazzo Madama? Brutalmente: avete i numeri?
«Il momento è complicato, non lo nascondo. Ma la maggioranza regge, secondo me. E' una questione di cicli, non so come spiegarmi».

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Allora, ci provi.
«La maggioranza viaggia sui 165 voti, ma potremmo ritrovarci addirittura sopra tra qualche settimane. Dipende dal momento in cui si è votato, dalle dinamiche interne ai gruppi, e poi certo dalle presenze e dalle assenze».

Ma ultimamente state andando sempre sotto i 160. Per lo scostamento di bilancio per esempio servirà la maggioranza qualificata. Non teme inciampi?
«Gli inciampi, come li chiama lei, possono sempre accadere. Non per questo mi fascio la testa prima di romperla. Se servirà saranno chiamati, o meglio coinvolti se saranno disponibili, i senatori a vita e poi ci sono i rappresentati delle Autonomie. Di sicuro bisogna avere cura di tutti».

Cosa significa?
«Occorre tenere su il gruppo parlamentare. Coinvolgerlo, fare molte assemblee, sentirlo, mandare messaggi, stare attenti ai voti».

Insomma, è dura.
«Certo, ma combatto una visione pessimistica: gli eletti nelle circoscrizioni estere sono venuti le ultime volte? Quando si fanno i calcoli sulla maggioranza, lo ripeto, bisogna tener conto di tutto».

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Insomma la maggioranza è uno strano organismo impalpabile.
«Sì, direi: è un organismo con cicli vitali che cambiano a seconda del periodo. Adesso, per esempio, ci aspetta un luglio pieno di lavoro. Abbiamo molti decreti da convertiti. Io chiedo a tutti di essere presenti. Dobbiamo stare sul pezzo».

Si sente come un allenatore. Come motiva i suoi ragazzi?
«No, non faccio il personale trainer, c'è spontanea collaborazione».

E se dovesse andar male ci sono Forza Italia e i Responsabili.
«Di queste cose non parlo».

Perché?
«Parlo degli scenari reali, non virtuali».

Intanto, però, il M5S continua a perdere pezzi: la settimana scorsa anche Alessandra Riccardi è passata con la Lega. E si parla di nuove uscite verso il Carroccio.
«Se è per questo, Carboni è passato da Forza Italia alla maggioranza, con Italia Viva».

Ma prima o poi arriveranno i passaggi cruciali: come si comporterà il M5S sul Mes?
«Vedremo».

In che senso?
«Quando arriverà in Aula vedremo e capiremo il da farsi. C'è un negoziato europeo che non dipende dal Senato. E comunque non sarà una questione che affronteremo adesso. Ma, credo, a settembre o a ottobre».
 



Meglio rimandare?
«A parte che potrei non essere più il capogruppo del M5S, visto che il mio mandato scade a ottobre, ma assunsi l'interim lo scorso settembre, dopo la nomina a ministro di Patuanelli».

Sta dicendo che non sarà affar suo gestire il Mes?
«No, il nostro regolamento prevede la rotazione del capogruppo. Ma a parte questo, vedremo».

E se già ora Emma Bonino dovesse mettere ai voti subito una mozione?
«Anche io ne ho sentito parlare. I testi si leggono e poi si votano. Tutto sta è capire se ci sono delle strumentalizzazioni diverse dal merito».

Insistiamo: sul Mes il M5S potrebbe andare in tilt. E magari dividersi, con addii annessi. Si parla sempre di tre uscite.
«Mattia Crucioli ha smentito e anche le senatrici Drago e Pacifico mi hanno confessato di essere molto infastidite da queste voci».

Ma sono sempre più insistenti.
«Al momento non ho contezza di queste dinamiche che spesso piombano senza preavviso. Quanto al Mes sono tranquillo: quando si porrà il problema ci comporteremo di conseguenza».

Intanto Conte spinge per le alleanze con il Pd alla regionali.
«Lo so.
In Campania avevamo proposto il ministro Costa e in Liguria stiamo trattando».

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