Dl migranti disapplicato, Sisto (FI): «Giudice Apostolico contro il governo, doveva astenersi sul caso»

Il viceministro della Giustizia di FI: «La Cassazione riesamini il provvedimento»

Venerdì 6 Ottobre 2023 di Francesco Bechis
Dl migranti disapplicato, Sisto (FI): «Giudice contro il governo, doveva astenersi sul caso»

Francesco Paolo Sisto, viceministro della Giustizia di Forza Italia, Iolanda Apostolico non aveva diritto a manifestare in piazza?
«Le regole parlano chiaro. La Costituzione stabilisce che il giudice deve essere terzo e imparziale. Un’imparzialità che non deve essere solo di forma, ma anche visibile, percepita come tale dai cittadini. Il Csm è più volte intervenuto ribadendo la necessità che la condotta del magistrato sia sempre improntata a rigore e misura, proprio nel rispetto dei principi costituzionali. Ed è evidente che ci sono limiti che il giudice si deve autoimporre per non intaccare la sua imparzialità». 
 

Iolanda Apostolico, Meloni: «Non vedo dossieraggio sul video». La polizia: il filmato non è agli atti

Il ministero invierà gli ispettori a Catania?
«Queste sono decisioni che spettano solo al ministro». 
E il Csm? Dovrebbe prendere provvedimenti? 
«Non entro nelle competenze del Consiglio. Mi limito a dire che il provvedimento del Tribunale di Catania merita grande attenzione da parte della Corte di Cassazione». 
Apostolico doveva astenersi da questo processo, alla luce di quanto emerso?
«L’astensione è una scelta che spetta rigorosamente al magistrato. Nel caso di specie, chi si è apertamente schierato contro le politiche del governo in materia di immigrazione, partecipando a manifestazioni pubbliche con analoghi segnali sui social network, avrebbe dovuto valutare l’astensione con grande attenzione. E, probabilmente, sarebbe stata una scelta auspicabile». 
C’è chi parla di “dossieraggio” contro la giudice. È normale che circoli quel video a distanza di cinque anni?
«Temo che soffermandosi sulla genesi del video si corra il rischio di introdurre un elemento di distrazione rispetto al tema principale». 
Ovvero?
«Il video è servito ad attestare un fatto. Un giudice ha disapplicato, ripeto per me con tecnica assai discutibile , la norma di un decreto legge emesso d’urgenza dal legislatore per cercare di impattare gli effetti di una drammatica e imprevedibile crisi migratoria. Quel giudice ha preso parte a una manifestazione in cui erano aspramente criticate le stesse politiche sull’immigrazione adottate dal governo in carica». 
Il vicepresidente del Csm Pinelli sostiene che il privato incide sulla credibilità di un giudice. Condivide?
«Bisogna distinguere la sfera di intimità di un cittadino, come è il magistrato, in cui nessuno deve entrare, tutelata dall’articolo 15 della Costituzione, dalle scelte percepibili perché ostentate, mostrate all’esterno. È questo il caso della presenza sui social network e a una manifestazione di piazza. Questi comportamenti esterni devono legittimamente essere oggetto di valutazione». 
Toghe contro la politica, e viceversa. Torna lo scontro?
«Nessuno scontro con la magistratura, nessuna guerra di religione. Forse ci può essere qualcuno interessato ad alzare il tiro, a trasformare un episodio isolato, che riguarda solo un giudice, in uno scontro fra poteri: noi certamente no. Credo che la linea debba essere opposta. Respinto il tentativo insidioso di bagarre, bisogna intensificare il dialogo con la magistratura, come con l’avvocatura e l’accademia, i protagonisti del pianeta Giustizia». 
Andrete avanti sulle riforme di settore, come la separazione delle carriere?
«Le riforme non solo andranno avanti ma, come da programma di governo, saranno realizzate.

Inclusa ovviamente la separazione delle carriere». 

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