Monza, Foggia e le province trentine: la sfida di Conte e Schlein al (più o meno) compatto centrodestra

Mercoledì 18 Ottobre 2023 di Francesco Malfetano
Monza, Foggia e le province trentine: la sfida di Conte e Schlein al (più o meno) compatto centrodestra

E' pronto a partire l'ultimo treno elettorale di questo 2023.

Nel weekend infatti, si torna alle urne con una serie di tappe molto variegate che vanno dalle suppletive per il post-Berlusconi a Monza al voto nei comuni sciolti per infiltrazione mafiosa, fino all'elezione dei consigli provinciali di Trento e Bolzano. Il primo però, è chiaramente l'appuntamento più atteso. Sondaggi alla mano il principale indiziato a raccogliere il testimone del Cavaliere è il suo braccio destro sportivo Adriano Galliani, candidato su cui si è compattata la coalizione di centrodestra. Per il direttore sportivo del Monza Calcio (che ha rifiutato ogni tipo di confronto con gli avversari) la principale insidia è rappresentata da Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni e attivista da sempre in prima linea nelle battaglie per le libertà civili. Con Cappato - non senza difficoltà - si sono alla fine schierati Pd, radicali, Sinistra Italiana-Verdi, Psi e Azione. Singolare il passo indietro del M5S che si è arreso senza combattere e senza contendenti «per non frammentare l'area progressista». Una scelta che ha il sapore del tentativo di dialogo, sempre in piedi con Elly Schlein. Attenzione però alla sorpresa: assieme ad altri tre candidati di area, in trasferta in Brianza c'è anche il sindaco di Taormina e leader di Sud chiama Nord Cateno De Luca. Un "personaggio" che è riuscito a strappare ben due posti in Parlamento alle Politiche del 2022. Più che un test reale per il centrodestra, che a Monza proprio non poteva spaccarsi nonostante qualche intemperanza (la senatrice locale Michaela Biancofiore, ex Forza Italia ora in Coraggio Italia, il movimento di Luigi Brugnaro, ha invitato a votare per FdI, facendo arrabbiare gli alleati), il voto brianzolo è più che altro un ostacolo da aggirare per il centrosinistra. Si vedrà con quali risultati. 

LA PUGLIA
A Foggia (il comune è commissariato da due anni causa scioglimento per mafia della giunta leghista) il centrodestra non mette nel mirino solo la poltrona di sindaco ma anche quella del presidente della Regione. La tornata foggiana è infatti solo un antipasto di ciò che, come ha garantito a più riprese il sottosegretario alla Salute e ras locale di Fratelli d'Italia Marcello Gemmato, si verificherà nel 2025. «Prepariamo l'avviso di sfratto a Michele Emiliano» è il mantra. D'altro canto la sfid non è così semplice. Il candidato di FdI Raffaele di Mauro può contare solo sul sostegno di cinque liste, contro le dieci dell'avversaria di centrosinistra. Dietro Maria Aida Episcopo infatti, non c'è solo il Movimento 5 stelle che in questa porzione di Puglia ha costruito una sua piccola enclave grazie ai fedelissimi dell'ex premier Giuseppe Conte, ma ci sono anche il Pd e - strano a dirsi - sia Italia viva che Azione. Un campo larghissimo che oggi rappresenta un unicum nazionale ma che, quanto meno oggi, difficilmente potrà superare i confini pugliesi.

TRENTO E BOLZANO
In Trentino invece è una questione di equilibri piuttosto sui generis. Il voto dovrebbe riconfermare il leghista Maurizio Fugatti alla guida della Provincia di Trento ma, in maniera del tutto inedita, in subalternità rispetto a FdI (che in caso di vittoria ha comunque già incassato la vicepresidenza per Francesca Gerosa). Un'alchimia che, dati gli scontri tra i due protagonisti, rischia di essere precaria. Da queste parti però, l'unità non sembra essere una prerogativa. E infatti se il Pd si è schierato con Francesco Valduga, sindaco di Rovereto, il Movimento è invece andato per contro proprio con Alex Marini. A rendere più probabile che la maionese elettorale impazzisca ci sono infine le liste civiche, tutte capeggiate da ex dei partiti in campo: un leghista e due ex 5S.
Un cortocircuito è ancora più probabile a Bolzano. Qui la partita è apertissima anche perché si vota con un sistema elettorale che non prevede coalizioni né premi di maggioranza. In pole c'è il governatore uscente Arno Kompatscher dell’Svp (il partito della minoranza di lingua tedesca) che però si è spaccato nei mesi scorsi, con l’ex segretario Thomas Widmann che ha formato una sua lista. In parte svuotato - anche per le critiche dei No Vax dopo la pandemia - il Südtiroler Volkspartei per governare potrebbe finire con l'allearsi a quello che è un nemico storico. Ovvero con Fratelli d’Italia, il partito che nel simbolo porta ancora la Fiamma tricolore del Movimento sociale italiano. Per anni i due partiti si sono "odiati", finendo spesso anche per scontrarsi in piazza, il più delle volte per i limiti all'Autonomia speciale voluti dalla destra, in nome dell'italianità altoatesina. Una storia che però sembra almeno in parte superata. 

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