E' pronto a partire l'ultimo treno elettorale di questo 2023.
LA PUGLIA
A Foggia (il comune è commissariato da due anni causa scioglimento per mafia della giunta leghista) il centrodestra non mette nel mirino solo la poltrona di sindaco ma anche quella del presidente della Regione. La tornata foggiana è infatti solo un antipasto di ciò che, come ha garantito a più riprese il sottosegretario alla Salute e ras locale di Fratelli d'Italia Marcello Gemmato, si verificherà nel 2025. «Prepariamo l'avviso di sfratto a Michele Emiliano» è il mantra. D'altro canto la sfid non è così semplice. Il candidato di FdI Raffaele di Mauro può contare solo sul sostegno di cinque liste, contro le dieci dell'avversaria di centrosinistra. Dietro Maria Aida Episcopo infatti, non c'è solo il Movimento 5 stelle che in questa porzione di Puglia ha costruito una sua piccola enclave grazie ai fedelissimi dell'ex premier Giuseppe Conte, ma ci sono anche il Pd e - strano a dirsi - sia Italia viva che Azione. Un campo larghissimo che oggi rappresenta un unicum nazionale ma che, quanto meno oggi, difficilmente potrà superare i confini pugliesi.
TRENTO E BOLZANO
In Trentino invece è una questione di equilibri piuttosto sui generis. Il voto dovrebbe riconfermare il leghista Maurizio Fugatti alla guida della Provincia di Trento ma, in maniera del tutto inedita, in subalternità rispetto a FdI (che in caso di vittoria ha comunque già incassato la vicepresidenza per Francesca Gerosa). Un'alchimia che, dati gli scontri tra i due protagonisti, rischia di essere precaria. Da queste parti però, l'unità non sembra essere una prerogativa. E infatti se il Pd si è schierato con Francesco Valduga, sindaco di Rovereto, il Movimento è invece andato per contro proprio con Alex Marini. A rendere più probabile che la maionese elettorale impazzisca ci sono infine le liste civiche, tutte capeggiate da ex dei partiti in campo: un leghista e due ex 5S.
Un cortocircuito è ancora più probabile a Bolzano. Qui la partita è apertissima anche perché si vota con un sistema elettorale che non prevede coalizioni né premi di maggioranza. In pole c'è il governatore uscente Arno Kompatscher dell’Svp (il partito della minoranza di lingua tedesca) che però si è spaccato nei mesi scorsi, con l’ex segretario Thomas Widmann che ha formato una sua lista. In parte svuotato - anche per le critiche dei No Vax dopo la pandemia - il Südtiroler Volkspartei per governare potrebbe finire con l'allearsi a quello che è un nemico storico. Ovvero con Fratelli d’Italia, il partito che nel simbolo porta ancora la Fiamma tricolore del Movimento sociale italiano. Per anni i due partiti si sono "odiati", finendo spesso anche per scontrarsi in piazza, il più delle volte per i limiti all'Autonomia speciale voluti dalla destra, in nome dell'italianità altoatesina. Una storia che però sembra almeno in parte superata.