Conte apre a rimpasto di governo e tagliando al contratto

Sabato 29 Dicembre 2018 di Diodato Pirone
Conte apre a rimpasto di governo e tagliando al contratto

Quasi tre ore di conferenza stampa sono state una bella prova per il premier Giuseppe Conte. La consacrazione della sua crescita come figura politica confermata dall'alto gradimento degli italiani per il suo profilo da democristiano molto sornione e al tempo stesso scolorito quanto basta pur di emergere esercitando l'arte della mediazione sui mille fronti, interni ed esterni, di un esecutivo difficile.

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Ha parlato molto ieri il premier, scoprendo la sua fede sportiva giallo-rossa ma anche l'assoluta fedeltà alla formula politica giallo-verde.

NUOVI MINISTRI
Una formula che definisce «amalgama di colori» che intende difendere anche da eventuali insidie interne. Come un ancora «ipotetico» rimpasto di governo, che nel caso arrivasse, sottolinea, «auspico sia condiviso e che non destabilizzi l'esperienza di governo», salvo poi smentire anche l'ipotesi. Spiega la cosa così: intanto si tratterebbe di una ipotesi di «quarto grado». Poi sottolinea che «il discorso rimpasto esula dalla sensibilità del premier»,e ricorda che «semmai» accadesse, «l'esigenza maturerà in seno a una delle forze politiche, verrà comunicata all'altra, io ne verrò eventualmente messo a parte se fosse un'istanza condivisa e se ci fosse una soluzione prospettata».

NUOVO PATTO
Ammette alcune defaillance, Conte, ma rivendica il modus operandi dell'esecutivo, promette correzioni, non esclude un «tagliando» al contratto di governo, chiede tempo e fiducia: «questa esperienza funzionerà perché si regge su un amalgama perfetto tra giallo e verde. Non una mescolanza ma due colori ben riconoscibili e distinti» che «sarebbe un grave errore tradire».
 

DI MAIO
Il premier ha difeso i due azionisti di maggioranza, ha negato litigi, ma ha abbondato nella difesa della quota gialla del governo. «Plaudo alla forza con cui Di Maio ha portato avanti la battaglia del Reddito di Cittadinanza quando tutti erano contrari» dice parlando delle festa sul balcone. «Luigi Di Maio è stato crocifisso per essersi battuto per una misura di equità sociale», sottolinea.

IL FORLANIANO
Conte è riuscito varie volte, grazie all'eloquio da avvocato, a dribblare le domande più dirette, anche quella in cui gli è stato chiesto se si riconoscesse nel leader della Dc Arnaldo Forlani: «Paragonarmi non ha molto senso, lo dico anche per umiltà. Lascio a voi cogliere eventuali sensibilità comuni».

L'EDITORIA
Il Presidente del Consiglio non ha fatto da sponda alle proteste dei giornalisti per i pericoli per la libertà di informazione («rivedere un sistema di finanziamento dell'Editoria non è un attentato»), e anzi ha incalzato testate come Radio Radicale, Avvenire e il Manifesto invitandole ad imparare a «stare sul mercato». Per Conte nel tagli dei finanaziamenti ai giornali minori e locali «non ci sono intenti punitivi».

LA MANOVRA
Dalla conferenza stampa non sono emerse grandi novità sulla manovra. Il premier ha confermato gli impegni sulla futura sterilizzazione dell'Iva (quasi 23 miliardi da trovare per la manovra 2020), sulla crescita, sui tagli agli sprechi per i quali annuncia una «task force». Ha negato l'intervento di Bruxelles sulle misure in manovra ma ha ammesso - come aveva fatto già l'altro ieri - l'errore compiuto con il raddoppio dell'Ires ai volontari.

LE IMPOSTE
Conte ha negato con forza che la manovra comporti un aumento della pressione fiscale e delle tasse. ha poi confermato che nelle prossime settimane maturerà la riforma delle autonomie regionali e ha rivendicato il comma che alza da 40.000 a 150.000 euro il livello di appalti che i sindaci possono affidare senza gara.

TORINO-LIONE
Fra le altre risposte offerte dal premier spicca quella sulla Tav la linea ferroviaria ad alta velocità fra Torino e Lione. L'esito dell'esame costi-benefici dell'opera, atteso in questi giorni, viene genericamente rinviato a «prima delle europee». Poi Conte annuncia che sul tema scottante della legittima difesa arriverà una riforma costituzionale. E infine sfiora la gaffe con i pensionati per i tagli degli aumenti legati alla scala mobile: «Neppure l'avaro di Moliere forse si accorgerebbe di qualche euro al mese in meno» ironizza prima di attaccare la protesta di piazza: «Ora scendono in campo, ma li ricordo silenti per la legge Fornero», liquida forse ingenerosamente il sindacato poiché non accenna che in quel dicembre del 2011, quando la legge Fornero fu varata in 20 giorni, lo spread era oltre quota 500.

Ultimo aggiornamento: 12:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA