Kata, il video prima della scomparsa: la piccola scende le scale dell'ex hotel il 10 giugno. Qualcuno l'ha chiamata?

Gli inquirenti al momento, per cercare di far luce sul rapimento della piccola di origini peruviane, hanno solo questi 27 secondi risalenti al 10 giugno scorso

Giovedì 13 Luglio 2023 di Valeria Di Corrado
Kata, il video prima della scomparsa: la piccola scende scale dell'ex hotel il 10 giugno. Qualcuno l'ha chiamata?

L'ultima immagine di Kata, la bambina di 5 anni scomparsa a Firenze il 10 giugno scorso, la ritrae intorno alle 15 mentre sale le scale esterne dell'ex hotel Astor per entrare nella struttura e poi, all'improvviso, ritorna sui sui passi e riscende nel cortile.

Sembra quasi che qualcuno l'abbia chiamata. Da quel momento le sue tracce sono sparite e quando la mamma è rientrata alle 15,30 dopo aver fatto la spesa, non l'ha più trovata. I carabinieri, per cercare di far luce sul rapimento della piccola di origini peruviane, hanno solo questi 27 secondi, ripresi da una telecamera presente su via Luigi Boccherini, che inquadra l'albergo occupato in quel momento da 132 persone (tra cui una quarantina di bambini). Solo una settimana dopo la sparizione di Kata la struttura è stata sgomberata dagli abusivi: famiglie di romeni, peruviani ed ecuadoregni. Gli inquirenti della Procura fiorentina stanno cercando altre immagini dagli impianti di videosorveglianza della città, ma per ora sono solo questi pochi frame a immortalare la bambina.

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«Io percepisco che Kata è ancora viva. Però ci sentiamo abbandonati, avvertiamo l'indifferenza dell'Italia. Ho l'impressione che non si stia facendo abbastanza per ritrovarla e che nei primi giorni si sia perso tempo prezioso a cercarla inutilmente nell'hotel». Katherine Alvarez ha lasciato il suo Paese d'origine, il Perù, con la speranza di costruire un futuro più prospero in Italia. Ha scelto di andare a vivere a Firenze, perché è nel capoluogo toscano che la comunità peruviana si è maggiormente radicata, inserendosi stabilmente nel tessuto produttivo della città. Invece è proprio da qui, da un quartiere semi centrale di Firenze, che sua figlia è scomparsa nel nulla un mese fa. Dal 10 giugno Kataleya Chicllo Alvarez è come se fosse stata «inghiottita in un buco nero», osserva disorientata la madre. Non ci sono tracce della bambina di 5 anni: le ultime immagini delle telecamere la riprendono mentre intorno alle 15 si trova dentro l'hotel Astor, una struttura in disuso occupata abusivamente lo scorso settembre da famiglie di peruviani, ecuadoregni e romeni. Per agevolare le ricerche, il 17 giugno sono state sgomberate 132 persone che abitavano nell'ex albergo "labirinto". Ma della piccola nessuna traccia. Non si sa come sia uscita dall'Astor, non si sa con chi, non si sa perché qualcuno l'abbia rapita.

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Secondo lei dov'è Kata?
«Non lo so, non ne ho idea. Non saprei nemmeno dove cominciare a cercarla. Stiamo male. Un mese senza sapere nulla della mia bimba è un'eternità».


Qual è la sua sensazione di mamma? Sente che sua figlia ha bisogno di aiuto?
«L'unica cosa che sento è che è ancora viva. Ho questa sensazione, spero di non sbagliarmi. Per il resto sono confusa».


Pensa sia ancora in Italia?
«Finora non l'hanno trovata qua, a Firenze. Magari l'hanno portata all'estero. Per questo voglio che la sua foto venga condivisa anche fuori dall'Italia».

 


In che modo state cercando di farla circolare?
«Con il passaparola. Io mando la foto di Kata alle mie amiche, che la mandano a loro conoscenti in Francia o in Germania. In più la diffondiamo su internet».


Alcuni residenti segnalavano la presenza di furgoni che il sabato partono dai paraggi dell'Astor, diretti verso la Romania.
«Non lo so. Ci sta che, se finora non l'hanno trovata qui, possa essere stata portata in un altro Paese. Devo pensare a tutto».


Crede che si sia perso tempo all'inizio, nelle ricerche?
«Penso che gli investigatori hanno perso 10-11 giorni a cercare sempre nell'hotel, quando si sapeva sin dal primo giorno che non era lì».


Sente la solidarietà da parte dell'Italia?
«No, io sento una grandissima indifferenza da parte di tutti. Non so se dipende dal fatto che siamo stranieri. Nessuno si è avvicinato a me, a dirmi cosa fare. Nessuno di importante, nemmeno il sindaco. Ho solo l'aiuto del mio avvocato. Mi sono rivolta direttamente alla Meloni. Siccome è una persona molto importante, ed è anche una mamma, potrebbe condividere le foto, farle girare all'estero. Chiedo solo questo: un aiuto a cercare mia figlia, a condividere la sua foto».


Come crede che sia uscita dall'Astor?
«È tutto strano, come se sia stata inghiottita in un buco nero. Non ci sono tracce».


Possibile che nessuno tra gli occupanti se ne sia accorto?
«Può essere che abbiano paura, che siano minacciati o coinvolti. Ogni giorno mi domando le stesse cose. Nessuno parla, nessuno ha visto. Ma era di giorno, non di notte. Come mai nessuno ha sentito? Ho solo la fiducia in Dio. È la mia unica speranza».


Non ha mai avuto la sensazione che qualcuno avesse "adocchiato" Kata?
«No, mai. Non capisco perché proprio mia figlia. Non conoscevo quasi nessuno lì dentro, né ho mai avuto grandi litigi».

Ultimo aggiornamento: 18:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA