Jodie Foster non le manda certo a dire alla Genz Z.
Ma non finisce qui. E continua: «Dicono: ‘No, non me la sento oggi, verrò alle 10.30’. Quando poi c'erano errori nelle mail di lavoro e l'attrice lo faceva notare, la risposta era simile. «Ci sono errori di grammatica, hai controllato l’ortografia?», per poi sentirsi rispondere: «Perché dovrei farlo? Non è anche questo un tipo di limitazione?».
La soluzione? Secondo Foster «hanno bisogno di imparare a rilassarsi, a non pensarci troppo, a inventare qualcosa che sia solo loro». E l'attrice si propone come loro mentore: «A volte è più divertente fare questo che essere protagonisti».
Chi è Jodie Foster
Chi non conosce Foster è probabile che si chieda da quale pulpito viene la predica. A 14 anni, nel 1976, Foster interpreta la prostituta minorenne Iris in “Taxi Driver” di Martin Scorsese, ricevendo pure la sua prima nomination agli Oscar. Un ruolo difficile e complicato, dove Foster viene sostituita dalla sorella Connie nelle scene più cruente (per volere della madre), ma grazie al quale conferma il suo status di bambina prodigio e fa tesoro dei colleghi più grandi di lei.
Dopo tanti e tanti ruoli, il 1988 segna la sua carriera: ottiene il ruolo da protagonista nel film “Sotto accusa”, basato sulla storia vera di una cameriera stuprata su un flipper da bar. L’interpretazione la porta a vincere la prima statuetta dorata, un Golden Globe e anche un David di Donatello.
E poi nel 1991 arriva il personaggio che le ha fatto guadagnare un posto nell’Olimpo del cinema mondiale: l’agente dell’Fbi Clarice Starling ne “Il silenzio degli innocenti”, a fianco di Anthony Hopkins alias Hannibal Lecter.