Gino Cecchettin a "Che tempo che fa": «I maschi dicano "ti amo" alle compagne». Giulia, insulti e minacce al padre e alla sorella

Il padre di Giulia, la ragazza uccisa lo scorso 10 novembre, interviene alla trasmissione di Fabio Fazio

Domenica 10 Dicembre 2023 di Raffaella Troili
Gino Cecchettin

Non hanno odiato, né alzato la voce con nessuno. Non hanno attaccato il carnefice di Giulia, né se la sono presa come spesso accade con chi sta in cielo o è sulla terra. Hanno stupito molti, aprendo il cuore e ragionando, in mezzo alla tempesta. Eppure la famiglia Cecchettin, non ha ricevuto in cambio solo testimonianze di affetto e solidarietà. Ma offese e minacce pesanti. Per questo la famiglia di Giulia Cecchettin ha presentato le prime due denunce alla Polizia postale di Mestre per gli insulti sul web nei confronti della studentessa uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta e per le minacce ricevute. Il legale di Gino Cecchettin, Stefano Tigani, ha presentato una querela per diffamazione alla Polizia postale a nome del padre della ragazza, Gino Cecchettin, per i messaggi contenenti decine di frasi di odio rivolti a Giulia via web.

Una seconda querela per diffamazione, è stata fatta invece da Elena, la sorella di Giulia, nei confronti del consigliere regionale ed ex consigliere della lista Zaia, Stefano Valdegamberi che in un post aveva scritto che la sorella di Giulia «fa una recita ideologica e a quanto pare fa parte di una setta satanica e le immagini di violenza che appaiono sul suo profilo sono eloquenti». 

Gino Cecchettin da Fazio, Che Tempo Che Fa contro gli haters: «Fate schifo»

Critiche, insinuazioni, ma soprattutto insulti e minacce di odio anche di morte al padre, che non si sono mai fermate: sarebbero centinaia le frasi indicibili che la famiglia ha ricevuto. Per questo nei prossimi giorni Gino Cecchettin presenterà una nuova denuncia alla Polizia Postale. «Ogni attività diffamatoria e denigratoria posta in essere nei confronti di Cecchettin e nei confronti della propria famiglia troverà pronta reazione a termini di legge» avverte il legale. Per Tigani, «è spaventoso dover vedere simili azioni in una tragedia di queste dimensioni e nel dolore che questa famiglia sta vivendo ed è pertanto doveroso, per il signor Cecchettin, assumere ogni iniziativa conseguente». Duri attacchi dei leoni da tastiera che nell’ombra pavida e crudele che offre il vasto ventaglio del web, dai social ai commenti agli articoli dei media, hanno preso di mira la povera Giulia e i loro familiari.

 

Elena Cecchettin che ha attaccato il “patriarcato” e provato, assieme al padre, ad allargare il discorso alle troppe vittime di femminicidio, affinché non ci siano più altre Giulie da piangere, è stata bersagliata di offese e minacce. Accusata di satanismo per il look, le foto sui social, per quella felpa di Thrasher, che poi è una delle più note riviste mondiali di skate con sede a San Francisco. Anche la partecipazione di Gino Cecchettin alla trasmissione “Che Tempo Che Fa” di Fabio Fazio ha scatenato gli “odiatori” tanto che i curatori dei siti internet della trasmissione sono stati costretti a rimuovere e chiudere i commenti. “Indeciso se fate più schifo voi o lui”, ha scritto un follower. Pronta la risposta del social media manager dello show: “Tu”. 
Come sempre pacato, costruttivo, Gino Cecchettin, armato di una dolcezza spiazzante nell’intervista tv ha inviato agli uomini un messaggio, secco, immediato: «Dite ti amo, non ti voglio bene, alla moglie. Ma dovete dirlo ora, in questo momento». E poi: «Nel profondo dolore ho cercato di capire le cause che mi hanno fatto vivere questa tremenda avventura, dove ho sbagliato».

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L’OBIETTIVO

Ora il suo intento è supportare la battaglia della figlia Elena: «Dare aiuto a chi ha ancora la possibilità di salvarsi. Mi trovo a combattere una battaglia di cui prima non ero a conoscenza, leggevo di femminicidi, mi dispiacevo, voltavo pagina. Ma avendo vissuto un anno fa un altro dramma (la morte della moglie) sono mutato come uomo. Monica mi ha fatto conoscere l’essenza dell’amore, non sono più lo stesso. Da allora ho iniziato ad avere un rapporto diverso con i miei figli, a dir loro ti amo». Quanto al futuro: «Dobbiamo fare tutti qualcosa, Elena ha dato un messaggio ben chiaro, è un essere superiore come la chiamo scherzando in famiglia. Ha centrato il punto quando l’ho sentita parlare di patriarcato, io conoscevo solo la parola, mi ha spiazzato. La supporterò nelle sue battaglie, l’idea è creare una fondazione, il problema è molto serio e va affrontato nella maniera più drastica. Patriarcato significa che c’è un concetto di possesso, espressioni come “la mia donna” sembrano innocue invece no». Cominciare a cambiare dal quotidiano, l’invito di Cecchettin, fare attenzione «alle espressioni che usiamo tutti i giorni. Siamo genitori, educhiamo, diamo messaggi, parliamo, cerchiamo di riconoscere le loro debolezze». A febbraio sarà assegnata la laurea a sua figlia, ha annunciato. Ha confessato poi: «Un padre certe cose le sente, ho cominciato dalla domenica a piangere Giulia». Ora vuole «essere come Giulia, così ho azzerato odio e rabbia. Ancora oggi voglio amare, non voglio odiare, porta via energie. Faremo di tutto per danzare sotto la pioggia in suo onore».

Ultimo aggiornamento: 11 Dicembre, 19:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA