L'allarme scattato all'alba all'ospedale San Raffaele. Silvio Berlusconi si è aggravato.
Berlusconi, l'evento acuto
Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ricoverato di nuovo dal 9 giugno nell'Irccs milanese (non in terapia intensiva), si è aggravato in maniera improvvisa, veloce e abbastanza inaspettata. Un evento acuto - legato alla malattia con cui l'ex premier conviveva da circa due anni, la leucemia mielomonocitica cronica, e a una produzione del midollo osseo non più equilibrata - ha cambiato il quadro in maniera repentina.
Gli esami
Del resto, già venerdì 9 giugno gli esami a cui il leader azzurro veniva costantemente sottoposto per un monitoraggio attento della patologia ematologica avevano dato dei segnali. La Tac invece non aveva evidenziato altre patologie ed escludeva anche segni che potevano avere a che fare con la polmonite (il problema che nel precedente ricovero, conclusosi appena 20 giorni prima, lo aveva portato in terapia intensiva per una decina di giorni). I valori emersi dagli esami di controllo portano comunque alla decisione di anticipare, secondo quanto riportava il bollettino, i controlli programmati per la leucemia e di procedere al ricovero. Poi l'aggravamento.
Il legame con Zangrillo
«Non ho niente da dire perché non è giornata» le uniche parole rilasciate ai cronisti da Zangrillo che poi in un post su Twitter si è affidato a poche righe: «Caro Presidente, Le chiedo scusa ma non trovo le parole. Io e Lei ci siamo capiti». Il legame del camice bianco con Berlusconi è anche personale, come ha avuto modo di spiegare, ripetendolo proprio di recente durante il ricovero di aprile, quando lo aveva definito «un grande amico» e aveva aggiunto: «Non posso negare anche un grande coinvolgimento personale». Poche le dichiarazioni del medico in quei giorni, segno della difficoltà del momento.