Mediocredito aumenta gli impieghi e riduce le perdite del 95 per cento

Mercoledì 24 Aprile 2019
FINANZE
UDINE Più 30% di nuovi impieghi nel primo trimestre del 2019 rispetto all'anno precedente, un bilancio 2018 chiuso con un risultato positivo della gestione operativa (cioè ricavi da attività) per 6 milioni e l'auspicio di chiudere il bilancio in parità il prossimo anno, dopo che l'esercizio 2018 è finito con una perdita di 2,4 milioni per eventi straordinari. Un dato che comunque ha rappresenta il 95,34% in meno rispetto a quello del 2017. Sono questi i primi risultati della nuova vita di Mediocredito Fvg, che a luglio dello scorso anno è entrata a far parte del Gruppo bancario Iccrea, a seguito della cessione da parte della Regione del pacchetto di maggioranza, scendendo al 47 per cento. I numeri sono stati resi noti ieri in occasione dell'approvazione del Bilancio dal presidente, Alfredo Antonini e dall'ad Enrico Duranti. A rappresentare il socio Regione, l'assessore Barbara Zilli.
I COMMENTI
«Si apre questa nuova stagione della banca della nostra Regione che oggi fa parte di uno dei più grandi e solidi gruppi bancari italiani ha affermato il presidente -. La Regione ha conservato una sua significativa partecipazione e proprio la somma delle due partecipazioni dà la mission di questa banca: per un verso una banca moderna che sta nel mercato a sostegno dell'impresa; per altro verso, come banca con un socio di minoranza qualificata come la Regione che sta al servizio del territorio». Un servizio, in ogni caso, nel segno dell'efficienza richiesta a un istituto di credito, anch'esso impresa. Nei nuovi tempi difficili che sembrano prospettarsi per l'economia, infatti, «la banca cercherà di stare vicino alle imprese del territorio ha detto Antonini -, sempre tenendo in considerazione i canoni tecnici che presiedono l'attività bancaria». È stato l'amministratore delegato Duranti a entrare nel merito dei numeri, spiegando che il passivo del 2018, i 2,4 milioni, «sono addirittura meno» di quanto il Gruppo Iccrea avesse messo in conto (5 milioni) quando ha chiesto alla Bce l'autorizzazione alla partecipazione all'aumento di capitale del luglio scorso. «Se non ci fossero stati eventi straordinari ha aggiunto Duranti già questo bilancio sarebbe stato in nero anziché in rosso», lasciando così prevedere quanto meno la parità per il prossimo documento contabile. A pesare «in modo rilevante», quest'anno, l'impatto negativo della variazione del valore della attività valutate al fair value e oneri straordinari relativi alla contribuzione straordinaria e ordinaria per il salvataggio di altre banche. La raccolta diretta si è attestata a 413 milioni, con un meno 7,9%, conseguenza di «una precisa strategia per modificare la composizione degli oneri passivi», cioè il costo delle provviste. Sono cresciuti del 3,2% sul 2017 i proventi operativi netti e sono diminuite sia le spese amministrative (-3,25%), sia le spese del personale (-8,67%), in conseguenza dei contratti di solidarietà previsti nell'accordo sindacale concomitante all'ingresso di Iccrea e delle uscite di 10 unità, per altro non tutte ancora avvenute. La diminuzione dei costi, unita all'incremento dell'operatività e alla nuova compagine sociale, ha fatto sì che il Cet 1, indicatore di solidità patrimoniale, sia arrivato al 14,74%, +33,39% sull'anno precedente. Quanto ai crediti deteriorati, l'ammontare delle sofferenze nette a fine 2018 era pari a circa 26 milioni (-22,19% sul 2017) e i crediti deteriorati lordi sono stati in leggera crescita, 3,31 per cento. È aumentata la copertura del portafoglio crediti deteriorati (55,22%), mentre la copertura delle sofferenze è del 75,2%. Era del 63,92% un anno prima. «L'incisiva azione di abbattimento dei costi e la volontà di rendere ancora più operativa la Banca ha commentato Zilli sono la dimostrazione dell'efficacia del percorso che è stato intrapreso e che oggi ci consente di prospettare un ruolo davvero strategico a servizio della comunità». Che significa non solo delle imprese.
Antonella Lanfrit
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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