La coltellata mortale dopo la lite al campetto

Mercoledì 24 Luglio 2019
LA TRAGEDIA
UDINE Si sarebbero conosciuti appena un paio di settimane fa Ermal Halili, il giovane di origini albanesi, 18 anni compiuti da nemmeno due mesi, morto lunedì pomeriggio in ospedale a Udine dopo essere stato colpito con una coltellata al torace, e il ragazzino, un connazionale ancora minorenne, che ora si trova in una comunità in stato di fermo con l'accusa del suo omicidio. È quanto emerge dalle testimonianze finora raccolte dalla Polizia che sta indagando su quanto accaduto intorno alle 15.30 di lunedì nell'area verde Paolo De Rocco, nel quartiere di San Domenico.
IL DIVERBIO
A quanto si è appreso i due ragazzi avrebbero avuto un diverbio il giorno precedente, domenica, scoppiato per futili motivi in occasione di una partita di calcio disputata tra ragazzi su un campo sportivo nello stesso quartiere cittadino. Tra i due sarebbe volata qualche parola di troppo. I due sarebbero stati separati e riportati alla calma dai presenti. Lunedì si sarebbero ritrovati faccia a faccia nel parco e avrebbero avuto un nuovo scambio di battute. I testimoni, amici dell'uno e dell'altro, avrebbero riferito che il minore avrebbe chiesto al maggiorenne di scusarsi. Questi avrebbe risposto che non ne aveva l'intenzione. Gli amici avrebbero tentato di tenerli separati, ma all'improvviso ci sarebbe stato lo scontro fisico. L'esatta sequenza di quanto è accaduto in quei frangenti concitati è ancora al vaglio degli investigatori della Squadra Mobile diretta dal vice questore Massimiliano Ortolan. La vittima sarebbe stata raggiunta da una coltellata al torace. Il minore sarebbe stato ferito dal maggiorenne al capo e a una spalla con un coccio di bottiglia raccolto sul posto. Ma non è ancora chiaro chi abbia colpito l'altro per primo e in che modo si siano svolti i fatti. A quel punto il minore, ferito, si sarebbe allontanato insieme a un altro connazionale minorenne, anche lui ospite in una comunità per giovani stranieri soli, per poi essere accompagnato in ospedale per farsi medicare.
SOCCORSI
Ermal Halili sarebbe stato soccorso sul posto dagli altri ragazzi, da un giovane residente nel quartiere che si trovava a spasso con il proprio cane e da alcuni operatori della comunità per disabili Piergiorgio che affaccia proprio sull'area verde, a pochi passi dalla Chiesa del quartiere e della scuola primaria. Sul posto si sono precipitati i sanitari del 118 che hanno tentato di rianimare il 18enne ma le sue condizioni sono apparse subito gravissime. Il ragazzo è stato trasferito d'urgenza in codice rosso in ospedale a Udine dove i medici lo hanno portato in sala operatoria nel disperato tentativo di salvargli la vita. Il giovane è morto poche ore dopo essere arrivato al Santa Maria della Misericordia. Sarà ora l'esito dell'autopsia a stabilire con esattezza se la vittima sia stata raggiunta da una sola come ipotizzano al momento gli inquirenti o più coltellate, dove sia stato colpito e quale sia la causa del decesso. L'esame autoptico è stato disposto dalla Procura per i minorenni di Trieste e verrà eseguito probabilmente entro il fine settimana. Sarà sempre la Procura per i minorenni di Trieste a dover stabilire se richiedere una misura cautelare nei confronti del ragazzino che, come detto, si trova in stato di fermo in una comunità della regione in attesa dell'udienza di convalida.
LE INDAGINI
Nel frattempo anche ieri gli investigatori della Squadra Mobile di Udine, diretta dal vice questore Massimiliano Ortolan, hanno proseguito le indagini ascoltando gli amici, i conoscenti e i passanti accorsi sul posto subito dopo l'accaduto, per ricostruire tutta la vicenda. Tra i presenti c'era anche il fratello gemello di Ermal. La vittima era arrivata in Italia quando era ancora minorenne e, proprio in quanto minore straniero non accompagnato, aveva vissuto un periodo in una struttura di accoglienza della provincia di Udine da cui era uscito dopo il compimento della maggiore età. Attualmente pare abitasse in un paese della Bassa friulana in casa di un altro parente. Al momento non risulterebbe alcun coinvolgimento di terze persone nella vicenda. Lo conferma anche il Procuratore capo di Udine Antonio De Nicolo. Abbiamo verificato che non vi siano interferenze di maggiorenni che potrebbero interessare il nostro ufficio ha spiegato ieri -. Dalle rilevazioni effettuate dalla polizia giudiziaria intervenuta sul posto pare assolutamente che non ve ne siano.
Elena Viotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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