IN COMMISSIONE
UDINE Medici e infermieri rischiano aggressioni cinque volte di

Venerdì 24 Gennaio 2020
IN COMMISSIONE
UDINE Medici e infermieri rischiano aggressioni cinque volte di più rispetto alle altre persone che hanno a che fare col pubblico e la preoccupazione è alta anche in regione: in Italia sono 1.200 i casi l'anno, di cui il 70% a carico delle donne; 10mila gli infermieri che subiscono attacchi fisici (per il 52% delle volte) o verbali. A subire insulti e minacce sono soprattutto gli operatori di Pronto soccorso, 118 oppure le guardie mediche. E questi eventi abbassano anche la qualità del servizio.
Le soluzioni? Formazione, certo, ma tra le proposte avanzate c'è anche quello di riportare i Posti di polizia all'interno degli ospedali. Se ne è parlato ieri in commissione Politiche sociali, che ha visto la partecipazione di Stefano Giglio, presidente dell'Ordine degli infermieri di Udine, Giuliana Gentile, in rappresentanza dell'Ordine dei medici, e Vito Cortese, che si occupa proprio di formazione degli operatori sanitari.
TREND IN CRESCITA
Il trend, infatti, è in crescita «anche perché la sanità va sempre più verso il domiciliare ha spiegato il presidente di commissione, Marco Valentini -, e quindi gli operatori sono sempre più scoperti».
«Le guardie mediche ha detto Gentile -, sono tra i più esposti anche perché lavorano spesso in sedi isolate e decentrate. Sarebbe opportuno migliorare la logistica, portare le sedi di continuità assistenziale in posti più illuminati, più vicini alle altre strutture. Altra cosa, riportare il posto di polizia dentro le strutture ospedaliere. L'Ordine ha continuato -, organizza anche corsi di formazione per i propri iscritti, che possono dare ai professionisti degli spunti che consentano loro di interagire in maniera diversa con i pazienti che hanno di fronte quando vedono i sintomi che possono annunciate l'aggressione. Le Aziende sanitarie, pur invitate a partecipare, non hanno risposto in nessun modo. Questa è una grossa carenza: se non ci sono, forse vuol dire che non sono molto interessati a questo argomento».
I numeri sono preoccupanti anche per quanto riguarda gli infermieri: «Siamo in attesa che venga approvato il decreto contro la violenza sugli operatori, in discussione da un anno al Parlamento ha spiegato Giglio -; secondo l'ordine ci sono state diecimila aggressioni ai danni degli iscritti; il 65% ha vissuto ho assistito a fenomeni simili, con un aumento costante negli ultimi quattro anni. Nel 68% dei casi, si tratta di eventi scatenati dal servizio, soprattutto per i tempi di attesa, tanto che il 72% dei casi capita al Pronto soccorso».
In questo contesto, ovviamente, il sottodimensionamento numerico degli operatori non semplifica certo la situazione: «Attualmente ha continuato Giglio -, in regione siamo ad un rapporto di 6 ogni mille abitanti; molti Paesi esteri sono già a 10 ogni mille».
L'ordine degli infermieri chiede quindi di snellire queste tempistiche e spinge sull'infermiere di comunità o di quartiere, unico modo per riuscire a raggiungere ogni cittadino. Infine, Cortese ha spiegato che una formazione adeguata per i professionisti, può ridurre le aggressioni del 50% «ma è importante ha aggiunto -, anche curare e rielaborare il rapporto col paziente».
L'ASSESSORE
«Siamo preoccupati ha concluso l'assessore alla Salute, Giovanni Barillari -, perché lavorare così non solo porta danni agli operatori, ma anche ripercussioni sulla qualità dei servizi. Da parte nostra, faremo la nostra parte sia perché le guardie mediche siano avvicinate alle Aziende sanitarie, sia per coinvolgere queste ultime nelle iniziative organizzate dagli ordini professionali, a tutela degli operatori».
Al.Pi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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