IL CASO
MANZANO «La Regione non può che essere a fianco dei sindaci».

Mercoledì 1 Luglio 2020
IL CASO
MANZANO «La Regione non può che essere a fianco dei sindaci». L'assessore regionale Fabio Scoccimarro, ieri in commissione Ambiente, in occasione delle audizioni per approfondire i temi relativi alla petizione firmata da oltre 1.400 cittadini, si è schierato così dalla parte dei Municipi di fronte alla levata di scudi di sette Comuni contro l'ampliamento dell'inceneritore di Manzano, che prevede la realizzazione di una nuova linea, con il passaggio da una potenzialità massima di 20mila tonnellate all'anno a 34mila. Un progetto che al momento, però, è «congelato» (la definizione è del grillino Cristian Sergo), visto che la Greenman srl, proprietaria del termovalorizzatore nei giorni scorsi ha chiesto una sospensione dei termini del procedimento per ottenere l'Aia. La scelta è arrivata dopo il secco no al progetto, in consiglio comunale, dell'amministrazione di Manzano.
L'ASSESSORE
La petizione e il contenzioso al Tar innescato successivamente dai comitati anti-inceneritore (vedi altro articolo) sono nati dopo che gli uffici regionali hanno stabilito che il progetto non andasse sottoposto a Via. A fine gennaio Scoccimarro aveva spiegato che la politica non poteva bloccare l'iter amministrativo. Ma ora assicura di voler fare con l'impianto di Manzano «in sedicesimo quello che abbiamo fatto per la Ferriera, avviando un dialogo per capire cosa vuol fare la società e se è compatibile con le esigenze della Regione e dei cittadini. Non siamo in una torre di avorio. Se il Comune di Manzano ha ritenuto che questo impianto sia incompatibile con il territorio, la Regione non può che essere a fianco del sindaco. Auspico di avere un confronto con la Greenman per capire quali possano essere le soluzioni per venire incontro alle esigenze delle aziende e a quelle dei cittadini che hanno portato 1.400 firme. In futuro si potrebbe fare uno studio serio sulla salute dei cittadini. Inoltre, dirò al direttore dell'Arpa di aumentare i controlli sulla zona».
LA POLEMICA
In audizione la referente della Greenman Martina Ricetto è rimasta in silenzio: «Ho ascoltato, non ho nulla da dire». Cristian Sergo (M5S) ha parlato di «un gesto di totale chiusura, un'occasione persa» e Massimo Moretuzzo (Patto) di «una scelta da rispettare, ma con un significato eloquente». Pure Mariagrazia Santoro (Pd) si è interrogata sulle «intenzioni dei proponenti». Sergo ha anche lanciato una domanda, chiedendosi «se il dietrofront della società derivi dal no di Manzano o dall'attesa di costruire l'impianto di Ecoprogetto a Fusina, in Veneto». Ma, dopo le polemiche sul suo silenzio, Ricetto assicura che non c'è stata «nessuna chiusura. Siamo stati invitati per ascoltare e recepire le istanze del territorio ed è quello che abbiamo fatto. Ho preso nota di quanto è stato detto, ci sarà modo di replicare in tavoli più tecnici». Per ora c'è la sospensione dell'iter «chiesta per 120 giorni». «Stiamo ancora raccogliendo tutti gli elementi di valutazione che ci giungono da enti istituzionali, comitati e cittadini. Ne faremo tesoro in un'ottica di dialogo costruttivo ma anche di serietà e competenza tecnica. All'esito di questo percorso di ascolto e confronto capiremo se e come procedere», fa sapere la società. La domanda di Sergo su Fusina? «Sono sue supposizioni», dice Ricetto. Per quanto riguarda Ecoprogetto fa sapere Greenman, «ci spiace essere nostro malgrado coinvolti in una questione che riguarda una società a maggioranza pubblica, dove è il pubblico l'unico soggetto chiamato a decidere».
I TECNICI
Anche secondo l'Asufc, con i medici Francesco Acchiardi e Paolo Collarile, «non si tratta di un revamping, ma di un nuovo impianto». Non si escludono, come ha detto l'assessore, studi sulla salute della popolazione dell'area dell'impianto, anche se, hanno precisato i medici, «con dimensioni così ridotte del campione sarà difficile evidenziare eccessi di rischio». Anna Lutman (Arpa) ha assicurato che l'Agenzia vigila da tempo sull'impianto, che «abbiamo verificato il valore delle diossine. Nelle scorie non sono state trovate diossine, nelle ceneri sì, ma con valore di tossicità molto basso, a indicare che la combustione era stata perfettamente eseguita. Anche il contenuto dei metalli è a norma di legge».
Camilla De Mori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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