I RIMEDI
UDINE Lo sfogo del sindaco di Gonars, Ivan Boemo, che mercoledì

Venerdì 14 Agosto 2020
I RIMEDI
UDINE Lo sfogo del sindaco di Gonars, Ivan Boemo, che mercoledì aveva minacciato di portare di persona a Roma, davanti palazzo Chigi, i minori non accompagnati rintracciati sul territorio del proprio Comune, ha sortito effetto. Ieri mattina il telefono del primo cittadino è squillato e dall'altra parte della cornetta c'era il capo del dipartimento per le Libertà civili e l'Immigrazione del Ministero dell'Interno, Michele di Bari. Su disposizione del ministro Lamorgese, «lo Stato si occuperà della vicenda e già nella giornata di oggi (ieri, ndr) o al massimo di domani (oggi, ndr) i minori saranno trasferiti altrove».
Questo il messaggio per il sindaco, il quale in parte stupito per la celerità della risposta, ha ringraziato il funzionario e anche il prefetto di Udine Angelo Ciuni, che a seguire lo ha convocato ieri mattina in Prefettura per l'incontro già in programma con gli altri sindaci interessati dal problema dei minori non accompagnati. «Ringrazio il Ministero, nelle figure del ministro Lamorgese, del capo dipartimento e del prefetto di Udine ha commentato Boemo - per essere venuto incontro alle necessità della mia comunità, ma ringrazio anche l'assessore regionale Riccardo Riccardi e i tanti sindaci che mi hanno contattato per esprimere vicinanza e i tantissimi cittadini che, anche mediaticamente, hanno sostenuto la richiesta, evidentemente condivisa, di un intervento dello Stato per trovare soluzioni a problemi che non possono essere affidati ad un primo cittadino».
LA SOLIDARIETA' DEL SAP
Sulla gestione dell'accoglienza ha preso posizione il segretario provinciale udinese del Sap, sindacato autonomo di Polizia, Nicola Tioni. «Concordiamo con le dichiarazioni del sindaco di Gonars Ivan Boemo che vorrebbe dare vita a un gesto eclatante per far capire a Governo e Regione quanto è difficile gestire l'accoglienza ai migranti - ha scritto in una nota - È più di un mese che denunciamo le falle del sistema, la mancanza di protocolli e procedure chiare e ben definite. Concordiamo: al Governo ancora non hanno capito che l'emergenza migranti, anche quelli provenienti dalla rotta balcanica, è una cosa seria. Prima cosa vanno presidiati i confini, si deve cercare di bloccare gli ingressi illegali, con il problema Covid la situazione attuale è ingestibile e se non si bloccano gli ingressi si rischia il tracollo totale. Non possiamo e non siamo in grado di accogliere tutti, stanno mettendo a rischio la salute dei cittadini che hanno e stanno rispettando le regole imposte dall'emergenza sanitaria in atto da più di 5 mesi. Si sta mettendo in gioco anche la sicurezza quotidiana dei cittadini, ormai la gran parte delle forze dell'ordine sono impiegante quotidianamente a gestire unicamente i migranti, la prova è che, in anticipo di una settimana, la Questura di Udine è stata costretta a chiudere il Posto di Polizia di Lignano, chiuderà il 17 agosto invece che il 23, l'Ufficio era già stato aperto con una settimana di ritardo, l'1 agosto invece del 25 luglio, causa sempre l'emergenza migranti» ha concluso Tioni.
IL TAVOLO IN PREFETTURA
C'erano i sindaci di Pradamano, Enrico Mossenta, di San Giovanni al Natisone, Carlo Pali, di Gonars, Ivan Boemo, di Buttrio Eliano Bassi al tavolo di ieri convocato negli uffici del prefetto di via Piave. Un confronto necessario dopo le decine di rintracci di migranti che si dichiarano minori di 18 anni e quindi soggetti alla responsabilità dei sindaci dei territori comunali in cui vengono individuati. Le strutture a loro dedicate sono al collasso, mancano gli spazi, urgono protocolli comuni per la loro gestione e rassicurazioni rispetto ai costi che gli stessi municipi dovranno sostenere per il loro mantenimento, salvo poi essere rimborsati dallo Stato. Il faccia a faccia ha portato a una presa di coscienza delle criticità e all'individuazione di alcuni passi da poter fare per supportare l'azione coordinata: «Per prima cosa occorre usare procedure standard ha spiegato Mossenta - prevedere i dispositivi di protezione per tutti i volontari che danno il loro contributo, avere i termometri a disposizione, avere dei moduli per l'elenco delle strutture a cui far riferimento, costruire delle forme di salvaguardia per chi interviene, il diritto al tampone, non possiamo resistere solamente con l'improvvisazione».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci