Ex Cie, fatture gonfiate bloccato il processo bis

Sabato 22 Febbraio 2020
IL PROCESSO
GORIZIA Quelli sulle presunte fatture gonfiate all'ex Cie e Cara di Gorizia stanno diventando dei processi ad ostacoli. Se la sentenza di prescrizione, dichiarata a sorpresa nell'udienza dell'altro ieri, snellisce il procedimento che vede riuniti due tronconi dell'inchiesta (21 imputati), un'inaspettata mossa del pm Valentina Bossi stoppa il processo che coinvolge solamente il vice prefetto Gloria Allegretto, ora in servizio a Udine, e il funzionario Arnaldo Piccolo. Sono chiamati a rispondere di concorso in falsità ideologica materiale commessa dal pubblico ufficiale. Le ipotesi di accusa riguardano i conteggi per le liquidazioni delle fatture del Consorzio Connecting People: Piccolo avrebbe attestato la coerenza delle erogazioni del ministero dell'Interno realizzando un falso nell'intento di aiutare il vice prefetto già coinvolto nell'inchiesta principale.
L'UDIENZA
L'istruttoria di questo procedimento è chiusa. L'udienza di ieri era fissata per la discussione e la sentenza. L'avvocato Giuseppe Campeis aveva anticipato un'arringa al vetriolo depositando una memoria di una quarantina di pagine tesa a smentire attività di indagine e tesi d'accusa supportate, nella sua valutazione, da conclusioni basate su calcoli errati e accertamenti incompleti. Il giudice chiamato a decidere era Marcello Coppari, che è anche il presidente del collegio che la sera prima ha dichiarato prescritta la maggior parte dei reati, fatta eccezione per l'associazione per delinquere imputata ai capi promotori, le ipotesi di peculato e le contestazioni relative alla responsabilità amministrativa delle ditte coinvolte. Il non doversi procedere lo ha dichiarato anche per il vice prefetto Allegretto. Secondo il Pm, la sentenza sui due procedimenti connessi è stata decisa valutando perizie e atti depositati dalla difesa che sono presenti anche nel processo che ieri doveva andare a sentenza. È per questo che ha chiesto al giudice di astenersi. Coppari si è rimesso alla decisione del presidente del Tribunale di Gorizia, che dovrà valutare se il magistrato, che su fatti analoghi ha già fatto una sentenza parziale di prescrizione, sia diventato incompatibile. Se il Pm ha ragione, il processo ripartirà da zero.
LA REAZIONE
«Era dai tempi di tangentopoli che non mi capitava di vedere un'accusa propensa alla prescrizione - commenta stupito l'avvocato Giuseppe Campeis - Mai, invece, una contestazione della terzietà e della imparzialità del giudice da parte dell'accusa, peraltro ad esito di una lunga istruttoria dibattimentale, nella fondata previsione di un giudizio assolutorio. La Procura di Gorizia che aveva già ottenuto, con ferma opposizione della difesa Allegretto, quest'ultimo rinvio, preso atto della emersione delle carenze investigative e della evidenza di errori nei conteggi posti a base del preteso falso, ha proposto una sorta di - né nei termini né nelle forme proprie e quindi inammissibile - ricusazione, invitando il giudice Coppari ad astenersi dal decidere. Questi ha rimesso la decisione al presidente. Così si allontana ancora per la dottoressa Allegretto la fine di una vicenda giudiziaria che non aveva motivo d'iniziare, con buona pace del suo diritto fondamentale garantito multilivello ad un giusto processo di ragionevole durata». Campeis afferma di avere in mano le prove che le cose sono ben diverse dalla ricostruzione fatta dagli inquirenti. Non esclude di presentare un'istanza alla Procura generale di Trieste affinchè avochi a sè il procedimento ancora in fase di conclusione delle indagini preliminari e che tra i 42 indagati vede nuovamente il vice prefetto Allegretto, i prefetti Maria Augusta Marrosu e Vittorio Zappalorto.
Cristina Antonutti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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