«PER NOI GIOCATORI ERA COME UN GRANDE PAPÁ»

Martedì 26 Maggio 2020
«PER NOI GIOCATORI ERA COME UN GRANDE PAPÁ»
IL LUTTO
Oggi è il giorno dell'ultimo saluto a Marino Puggina, l'indimenticato presidente del Padova negli anni d'oro che hanno regalato la serie A. Il funerale si svolgerà alle 11 alla basilica di Santa Giustina e sarà officiato dal parroco Padre Federico Lauretta, a sua volta grande tifoso biancoscudato e frequentatore della curva. Nonostante l'ampia superficie della chiesa, le regole sul distanziamento legate all'emergenza Covid-19 limiteranno la partecipazione della gente, con solo duecento persone ammesse all'interno del tempio. Settanta di queste saranno le autorità, i parenti e gli amici più stretti, preventivamente accreditati e autorizzati dai figli Antonella, Cristina, Antonio e Massimo. Tra i presenti, oltre al sindaco Sergio Giordani, amico e socio di Puggina nel Padova e nel gruppo alimentare Padis, gli ultimi due presidenti del club Robero Bonetto e Daniele Boscolo e una rappresentanza di ex giocatori tra cui Galderisi, Longhi e Ottoni. Dopo la messa il feretro verrà lasciato qualche minuto nel sagrato della chiesa per una benedizione e per l'omaggio di chi non è potuto entrare. Il commendatore sarà infine tumulato al cimitero di Rubano, al fianco della moglie Maria, mancata nel 2014.
COLLABORATORI GIUSTI
Nelle tante testimonianze di questi giorni una delle principali qualità attribuite a Puggina è stata quella di sapere sempre avvalersi dei collaboratori giusti e nell'ambito del Padova l'esempio più lampante in tal senso porta al direttore sportivo Piero Aggradi, arrivato all'ombra del Santo nel 1989 su impulso dell'allora amministratore delegato Danilo Bigi. Il diesse piemontese, scomparso nel 2008, anno dopo anno, creò il gruppo che conquistò la serie A, pescando spesso dalle categorie inferiori e lanciando giocatori prima sconosciuti ai più. Tra questi Marco Franceschetti, ingaggiato dal Pergocrema nel 1991 e subito diventato punto fermo, prima a centrocampo e poi in difesa, dell'undici di Sandreani. Dopo il primo anno in massima serie con i biancoscudati (in tutto 129 presenze e sei gol) fu ceduto alla Sampdoria. «Venendo dalla C2 racconta vedevo Padova come un punto di arrivo e invece divenne un trampolino di lancio grazie a un gruppo fantastico capitanato dal grande presidente Puggina. Mi fa piacere che in questo momento gli venga decretato il giusto omaggio perché lui ha lasciato una traccia indelebile».
PRESENZA DISCRETA
Gli ex giocatori di quel Padova hanno da tempo attivo un gruppo whattsapp in questi giorni particolarmente caldo. «Ognuno di noi si è prodigato a mettere il proprio pensiero e, cosa che non mi sorprende, non ho letto una nota stonata. Mi piace ricordarlo aggiunge - come una persona degna, di estrema semplicità e umiltà che mai si è permesso di alzare la voce; una presenza discreta all'interno dello spogliatoio, il presidente ideale che delegava e aveva piena fiducia in ognuno di noi e che si faceva vedere soprattutto nei momenti difficili per incoraggiarci. Noi tutti lo abbiamo adottato come il nostro grande papà». Strategia ben ripagata nel lavoro e nello sport. «Ha fatto cose importanti anche con la sua attività imprenditoriale e nel calcio il suo vero miracolo, ancor più della serie A raggiunta dopo 32 anni, è stata la creazione di un gruppo vero e la collocazione degli uomini al posto giusto».
Andrea Miola
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