Mestre, la nuova capitale dell'arte con il Candiani e l'altra Biennale

Domenica 31 Dicembre 2017
LE PROSPETTIVE
VENEZIA Mestre stra crescendo come polo di attrazione culturale. Nell'anno che si sta per concludere è iniziato un cambio molto significativo, del tutto impensabile fino a pochi anni fa. Stiamo parlando del nuovo ruolo che si sta conquistando la terraferma mestrina la quale, soprattutto sul versante delle esposizione d'arte, ha compito significativi passi in avanti.
IL CANDIANI
E su questo terreno un ruolo fondamentale lo sta svolgendo il Centro cultuale Candiani, luogo baricentrico per questa nuova stagione. La svolta, perchè di vera e propria svolta si può parlare, è praticamente iniziata in primavera con l'appuntamento voluto da Ca' Farsetti e dedicato a Gustav Klimt. Grazie ad un accordo con Ca' Pesaro, al Candiani è stata allestita l'esposizione Attorno a Klimt - Giuditta, eroismo e suduzione che alla fine ha raggiunto l'interessante traguardo dei 15.205 visitatori. Ma non è stato un evento isolato.
LO SCENARIO
Nel giro di pochi mesi, infatti, sempre al Candiani sono stati allestiti altri appuntamenti come la mostra Attorno a Tiziano e altre esposizioni magari meno fortunate, come quella sulla Pop art, mentre più recentenete sono arrivate mostre sui vetri di Murano, oppure la raccolta fotografica in occasione del 100 anni di Porto Marghera realizza da Alessandro Scarpa e Carlo Albertini. «Il risultato dell'iniziativa su Klimt - aveva affermato il sindaco Luigi Brugnaro commentando il traguardo dei 15mila visitatori - è la dimostrazione che Mestre può diventare un vero e proprio polo culturale capace di attirare visitatori non solo dalla città e dalla sua area metropolitana, ma anche da tutta la Regione. Una chiara testimonianza di come la sinergia tra istituzioni possa creare fruttosi risultati». Altro aspetto di questo nuovo decentramento arriva dalle 38 sculture, sempre provenienti da Ca' Pesaro, sistemate a Forte Marghera nei nuovi spazi espositivi a pochi passi da quelli della Biennale.
Biennale che, a Venezia, ha confermato il suo ruolo di attrazione con l'esposizione d'Arte. E su questo fronte va ricordato il record di quasi 360mila persone che hanno visitato le opere di Damien Hirst tra Palazzo Grassi e Punta della Dogana.
IL PROBLEMA
Dove invece sembra che ci sia ancora parecchio da lavorare e sul fronte della riorganizzazione e dell'utilizzo degli spazi per la musica e sulla stessa proposta culturale. Qui, come ricordano i tanti mestrini che in alcune stagioni facevano anche fatica a seguire tutti i concerti di spessore visto quanto era fitta la proposta, soprattutto tra musica italiana e jazz, la parte del leone continua a farla Venezia prevalentemente con le proposte di stampo internazionale dei teatri Goldoni e Fenice (che proprio quest'anno ha nominato Fortunato Ortombina alla carica di sovrintendente).
A Mestre, tra Toniolo, Candiani, Corso ed altri spazi minori ma non per questo poco interessanti, è necessario insistere su una programmazione di livello basata anche su un migliore coordinamento tra le varie realtà sparse su tutta la terraferma. Sono davvero affascinanti ed originali le proposte di Candiani groove, ma a Mestre si tratta comunque di produzioni che faticano a competere con i concerti di Venezia che quest'anno hanno spaziato da Michael Nyman a Vinicio Capossela, dal singolare omaggio di Paolo Fresu a Giotto fino alle celebrazioni in memoria di Claudio Monteverdi. Serve maggiore convinzione visto che il passato del Toniolo, quando ancora il centro Candiani non esisteva, è di tutto rispetto. Quest'inverno, invece, figure celebri come il contrabbassista Dave Holland hanno trovato ospitalità a Sacile.
Gianpaolo Bonzio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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