Lento trasloco dei migranti da Jesolo «Le terme al posto della Croce Rossa»

Domenica 9 Agosto 2020
Lento trasloco dei migranti da Jesolo «Le terme al posto della Croce Rossa»
IL FRONTE DEL LITORALE
JESOLO «Un centro termale al posto della Cri». Mentre nei giorni scorsi è iniziato il trasferimento, a piccoli gruppi, di parte degli attuali migranti ospitati alla Croce rossa di via Levantina a Jesolo, in città continua a far discutere il futuro dell'intera area, ovvero oltre 51mila metri quadrati dei quali 3.416 costituiti da fabbricati circondati da un immenso parco verde fronte mare. Insomma, una zona di pregio, che in molti vorrebbero fosse valorizzata diversamente.
Ma l'intera area è ancora di proprietà della Croce rossa italiana che in più occasioni ha provato a venderla attraverso delle aste pubbliche, sempre andate deserte e soprattutto con il dimezzamento del prezzo di vendita, passato da 42 a 20 milioni di euro. A sostenere la necessità di realizzare un centro termale è anche l'ex parlamentare Mario Pezzoli, che nei giorni sorsi ha protocollato in municipio una lettera indirizzata al sindaco Valerio Zoggia. «Desidero far presente ha scritto Pezzoli - che da tempo è nelle corde di tanta parte della cittadinanza e della realtà economica della città, il desiderio che l'area della Cri possa godere non solo di una riqualificazione ricettiva, ma anche di una riqualificazione che sia volta al potenziamento dell'offerta di servizi presenti in città, con l'obiettivo dell'allungamento stagionale. Il progetto più volte annunciato è quello legato alla realizzazione in quell'area di un moderno complesso termale, ora è il momento giusto per affrontare questo tema».
PROGETTO AMBIZIOSO
L'ex onorevole nella sua lettera ha parlato di progetto ambizioso ma anche della necessità di evitare speculazioni e cementificazioni. «E' scontata la necessità di coinvolgere la stessa Cri ribadisce Pezzoli ma va ribadito che solo il privato potrebbe avere la forza di realizzare un progetto così ambizioso che, contemperando le esigenze di chi investe e le finalità d'interesse pubblico, può permettere di recuperare gli investimenti e al Comune di vedere realizzata un'opera di riqualificazione pubblica. Ritengo che sia arrivato il momento di pensare in grande». Per il momento però, come ha spigato il sindaco Valerio Zoggia negli ultimi giorni, nessuno ha mai presentato un progetto e nella struttura, sempre presidiata dalle forze dell'ordine, continuano a rimanere i migranti che sono in attesa di essere trasferiti in altre strutture della provincia. I 42 risultati positivi al Covid a metà luglio sono stati spostati a Cavarzere, mentre tra i 70 richiedenti ancora presenti a Jesolo, dopo gli ultimi tamponi, sette risulterebbero ancora positivi. A ribadire la necessità di garantire l'accoglienza ai migranti è Francesco Esposito del comitato per la difesa dei diritti civili: «Per molti commenta la chiusura del centro è una buona notizia, per noi è la fine del sentimento di umanità».
Giuseppe Babbo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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