LE INDAGINI
TREVISO Tra una sigaretta e l'altra Martina Sandre guarda in lacrime

Giovedì 11 Giugno 2020
LE INDAGINI
TREVISO Tra una sigaretta e l'altra Martina Sandre guarda in lacrime le operazioni di spegnimento della casa dov'è morta la madre. Un centinaio di metri più in là, oltre il nastro bianco e rosso che circoscrive l'area, c'era stata qualche ora prima, in piena notte, appena saputo quello che stava accadendo. Ha parlato con Sergio Miglioranza quando guardava la sua casa bruciare. «Sono uscito fuori dalla scala del primo piano - ha detto l'uomo, in preda allo choc - mi aveva svegliato tua madre dicendomi dell'incendio, ma io del fuoco non sapevo niente». Attimi concitati in cui non è chiaro cosa sia accaduto all'interno dell'abitazione. Il racconto prosegue: «Mi ricordo che ieri sera avevo dato da mangiare al cane, poi come al solito sono andato in camera e mi sono addormentato. Non so che ora era».
IL RACCONTO
Fiorella Sandre, 74 anni, ex bidella in pensione, aveva stretto un forte legame con Franca Fava, la moglie di Miglioranza. «Si facevano compagnia» afferma la figlia Martina. Un rapporto tale da portare la 74enne a trasferirsi in quella villetta di via Feltrina qualche mese fa. «La Franca è ancora dentro: così mi ha detto Fiorella - afferma Miglioranza parlando con la figlia dell'ex bidella». Parole che sembrano voler sostenere la versione secondo cui la 74enne avrebbe trovato la morte cercando di salvare l'amica. «Quando Fiorella mi ha svegliato sono andato giù in bagno - confida - a prendere la bombola della caldaia. Avevo paura che scoppiasse. E allora l'ho portata fuori, ma sono uscito dalle scale di sopra perché da davanti non si poteva passare». Evidentemente il padrone di casa era convinto che le due donne lo seguissero, mettendosi in salvo. Ma non è stato così. Se n'è reso conto solo quando, all'esterno, è stato richiamato da Fiorella.
LO SFOGO
Non è chiaro in quale punto sia avvenuta questa conversazione. Probabilmente a ridosso delle scale al primo piano, non fuori in giardino. «Messa fuori la bombola volevo rientrare in casa perché non vedevo uscire né Franca né Fiorella - continua a raccontare alla figlia Martina - Non ci sono riuscito, c'erano fiamme dappertutto. Ormai l'incendio stava distruggendo tutto. Non sapevo cosa fare». Una versione resa in preda alla confusione, che rendeva difficile comprendere le parole pronunciate dall'uomo. Aveva respirato molto fumo, ma non aveva ustioni evidenti. Circostanza su cui gli investigatori stanno lavorando.
LE INDAGINI
La casa, su ordine del pm Anna Andreatta, è stata posta sotto sequestro. Sul caso la Procura ha aperto un fascicolo. Questa mattina, non appena arriverà una prima informativa dei vigli del fuoco e dei carabinieri, procederà a formalizzare un'ipotesi di reato. Per il momento le uniche cose certe per gli inquirenti sono il rogo e le due vittime. Inizialmente si procederà per incendio colposo, anche se il dolo non è escluso. «Siamo solo all'inizio - afferma il procuratore Michele Dalla Costa - i vigli del fuoco hanno fatto il loro lavoro, ovvero domare l'incendio. Ora entra in gioco la polizia giudiziaria, che dai resti di quell'incendio deve iniziare a scavare per arrivare sul fondo delle macerie. Lì si nascondono i dettagli più rilevanti. Dovremo stare attenti a dove e come spalare per non cancellare indizi importanti per capire cosa sia accaduto». La Procur a avrà diversi nodi da sciogliere, a partire dalle cause del rogo che ha spezzato la vita di due persone. Individuato il punto d'innesco, si passerà a stabilire se l'incendio sia stato accidentale o meno. E in caso di dolo, capire che mano lo abbia appiccato. Ipotesi, che al momento non hanno riscontro, ma che gli inquirenti non hanno ancora escluso proprio per la mancanza di elementi per stabilirlo. Una parte importante per cristallizzare la successione degli eventi riguarderà Sergio Miglioranza, e la versione che riuscirà a rendere quando si riprenderà del tutto. Ieri è stato interrogato, ma i ricordi erano ancora troppo confusi. Lo choc per quanto appena vissuto lo tramortito ancor di più della quantità di fumo inalata.
Giuliano Pavan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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