LA VITTIMA
VIGONZA Un sorriso luminoso e due grandi occhi scuri appena nascosti

Giovedì 5 Aprile 2018
LA VITTIMA VIGONZA Un sorriso luminoso e due grandi occhi scuri appena nascosti
LA VITTIMA
VIGONZA Un sorriso luminoso e due grandi occhi scuri appena nascosti dagli occhiali. Riservata, sempre gentile e innamorata delle sue nipotine. Assunta, detta Susy, De Falco, 59 anni, abitava in un condominio di via Diaz a Perarolo da qualche anno, dopo aver abitato in un altro quartiere della cintura urbana di Padova.
La donna aveva acquistato quell'appartamento dopo la morte del marito, avvenuta poco prima del suo trasferimento, a causa di un infortunio sul lavoro. L'appartamento si trova su una palazzina di sedici unità, proprio di fronte alla chiesa della frazione, a pochi metri di distanza dalla casa dove abita la sorella Flora con le figlie. Con Susy viveva anche la figlia Francesca che qualche anno dopo essere arrivata a Vigonza con la mamma si è sposata con un vigontino e ora la giovane coppia abita in una casa al confine tra i Vigonza e Pianiga, e sono genitori di due bambine. Proprio le nipoti, insieme alla figlia e ai suoi fratelli e sorelle, erano la ragione di vita di Susy, le adorava.
I De Falco, originari dalla Campania ma trasferitisi in Veneto da moltissimi anni, sono una famiglia numerosa e unita, e per loro Susy si faceva in quattro, sempre pronta a correre ad ogni chiamata dei fratelli o delle sorelle o dell'anziana mamma Franca. Lei c'era sempre. Il genero di Susy è addolorato: «Scusatemi, è un brutto momento».
Nella frazione, molti vedevano Susy andare a passeggiare con il cane o a fare la spesa nei negozi sotto casa. Oltre alla casa e alla famiglia, la donna si occupava di assistere qualche anziano in casa. «Veniva a comprare la frutta e la verdura - racconta incredulo Mauro, proprietario dell'omonima ortofrutta in via Diaz - sempre sorridente e affabile. L'ultima volta l'ho vista un paio di giorni prima di Pasqua, quando è venuta per un po' di frutta. In quella occasione, augurandoci buona Pasqua, lei mi aveva accennato alla sorella che era malata e ricoverata all'ospedale. Era molto preoccupata e temeva che le sue condizioni potessero aggravarsi. Nonostante il suo approccio solare e allegro, era una persona riservata, qualche volta mi ha parlato delle sue nipoti, ma in maniera molto vaga. Quando ho saputo dell'incidente sono rimasto senza parole».
Susy frequentava poco il paese tranne, appunto, qualche negozio di vicinato. «Siamo qui da anni, ma ognuno va e viene, preso dai suoi quotidiani impegni, divisi tra lavoro e famiglia, e non c'è nemmeno il tempo di fermarsi a fare due parole - racconta una donna all'uscita dal negozio di parrucchiere - La signora l'ho vista qualche volta. Sempre gentile nei modi, educata, con un bel sorriso, di poche parole. Mi dispiace molto per quello che è successo. E un pensiero lo dedico alla mamma di queste due sorelle, che in un giorno solo, a distanza di un paio d'ore, ha perso due figlie. Che crudeltà».
Lorena Levorato
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