LA CERIMONIA
GEMONA Solidarietà, saperi e sit-in. Sono le tre esse che hanno

Domenica 7 Gennaio 2018
LA CERIMONIA
GEMONA Solidarietà, saperi e sit-in. Sono le tre esse che hanno caratterizzato l'edizione 2018 dell'Epifania del Tallero di Gemona del Friuli, la tradizionale manifestazione che anche ieri ha richiamato centinaia di persone tra le vie e il Duomo della cittadina pedemontana. La cerimonia come sempre è stata ricca di gesti rituali, che sono quasi rimasti immutati dal 1760, attraverso i quali la Magnifica comunità di Gemona offre un dono concreto alla comunità religiosa, rappresentata dall'arciprete: si tratta di un tallero d'argento di Maria Teresa d'Austria, quale segno di sottomissione del potere temporale a quello spirituale.
SOLIDARIETÀ
La sfilata in corteo storico e la Santa Messa sono state precedute da tre momenti particolari. Inizialmente c'è stata la consegna simbolica della somma messa a disposizione dalla Comunità gemonese per il recupero della sala consiliare del Comune di Norcia. Un importo complessivo di 100mila euro, frutto della raccolta di 33mila euro effettuata tra privati, scuole, associazioni e di ulteriori 67mila euro stanziati dall'Amministrazione comunale in segno di solidarietà e vicinanza alla popolazione duramente colpita dal sisma dello scorso anno. «Ancora una volta, così come è stato per Foligno, Fossa e Quistello ha ricordato il sindaco Paolo Urbani consegnando l'assegno nelle mani del vicesindaco di Norcia, Gianfranco Altavilla ,Gemona ha voluto compiere un gesto di riconoscenza per quanto ricevuto nel 1976, continuando lungo il solco della solidarietà concreta». A seguire c'è stata pure l'occasione per presentare il progetto che punta a fare di Gemona, in collaborazione con l'Università di Udine ed il Laboratorio internazionale della comunicazione, un centro dei saperi sul sisma che leghi tutte le esperienze maturate in questi anni in Italia. «L'inizio di un percorso ha sottolineato il professor Stefano Grimaz che punta a portare ad un rafforzamento del polo universitario presente in città come volano per il suo centro storico».
LE PROTESTE
Tra tamburi, sbandieratori e musici giunti da Spilimbergo, Venzone, Marano, Precenicco, Ravenna e Trieste, lungo via Bini si sono fatti vedere e sentire ancora una volta gli attivisti dei Comitati gemonesi in difesa dell'ospedale San Michele; i militanti, come avvenuto negli ultimi cinque anni, hanno protestato contro la riforma sanitaria targata Serracchiani-Telesca, «che hanno affermato - ha depotenziato il Gemonese, trasformando il San Michele da ospedale per acuti a Presidio per la salute». La loro richiesta è stata quella di riaprire questa importante struttura sanitaria così come lo era in passato, «non per spirito di campanile, ma perché necessaria alla popolazione del territorio».
LO SPADONE
«Un momento importante per la comunità con una cerimonia che rafforza le nostre tradizioni religiose e civiche». Così il vicepresidente della giunta del Friuli Venezia Giulia, Sergio Bolzonello, ha commentato invece il rito dello Spadone a Cividale. «Un evento unico nel suo genere ha rimarcato - che unisce tanti temi come la spiritualità, le tradizioni, ma anche un'occasione di sviluppo per i nostri territori. La messa è il momento solenne che ogni anni riesce a farci riflettere sulla dimensione religiosa e sulle radici della nostra terra. La rievocazione storica è poi un momento importante per la comunità dove anche i più piccoli possono imparare divertendosi. Non dobbiamo poi sottovalutare il valore turistico che il rito dello Spadone di Cividale comporta, è un appuntamento che sarà presente nel pacchetto che Promoturismo Fvg sta creando per le rievocazioni storiche, un canale di promozione che da sempre riteniamo prioritario e sul quale abbiamo deciso di investire fin da subito».
David Zanirato
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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