«Jamir aveva tanta paura»

Giovedì 16 Marzo 2017
«Jamir aveva tanta paura»
«All'inizio Jamir Temjenlelmla pensava di essere lei il problema, poi ha capito e ci ha chiesto aiuto». Dal momento che la Procura di Pordenone ha deciso di aprire un fascicolo con l'ipotesi di duplice omicidio volontario per l'incidente accaduto lunedì sulla Pordenone-Sequals, la presidente dell'associazione Voce Donna, Maria De Stefano, sceglie di parlare. La compagna di Cristiano Di Paolantonio, il 45enne cordenonese alla guida del furgone che ha impattato frontalmente con il mezzo pesante condotto dall'autotrasportatore Florindo Carrer, si era infatti rivolta all'associazione che difende le donne da ogni tipo di violenza. Credeva che le difficoltà del compagno - racconta Maria De Stefano - fossero colpa sua. Non riusciva a capire, all'inizio. Poi, una volta chiarito il quadro, ha fatto tutto quello che doveva e che poteva fare. Dalla denuncia sottoscritta anche da Voce Donna, sino alla possibilità di usufruire di una residenza protetta, poi sfumata in quanto a Cristiano Di Paolantonio era stato prescritto il ricovero ospedaliero. Tutta la famiglia - conferma ancora Maria De Stefano - aveva individuato le difficoltà che l'uomo stava attraversando. Non era un caso usuale, di quelli che capitano spesso. La compagna era molto spaventata e lo era anche il fratello (Simone Di Paolantonio ndr). Era una situazione che andava oltre la semplice violenza, c'era una difficoltà complessa. La donna - prosegue - aveva paura e telefonava all'associazione quando non vedeva rientrare il marito. Poi, dopo le dimissioni dalla struttura sanitaria di Cristiano Di Paolantonio, i contatti tra Jamir Temjenlelmla e Voce Donna si sono bruscamente interrotti. Ed era affiorata l'illusione che le difficoltà fossero state superate. Dopodiché - conclude la presidente dell'associazione - il caso è passato al dipartimento di salute mentale di Pordenone. Oggi si tenta solo di ricostruire la dinamica esatta di un incidente spaventoso che ha spezzato il filo di tre vite, e il susseguirsi di notizie fa emergere i ricordi di chi aveva visto Cristiano Di Paolantonio solo pochi giorni fa. E' il caso di Alessandro Pisu, leader del movimento Nove dicembre libero di cui aveva fatto parte anche il 45enne cordenonese. L'ho visto sabato a Pordenone - rivela - e avevo capito che qualcosa non stesse andando nel verso giusto dal suo sguardo. Poche ore dopo Cristiano Di Paolantonio sarebbe incappato nel primo incidente stradale, avvenuto nei pressi del Cansiglio in provincia di Treviso. Si trovava in auto con la compagna Jamir, ricoverata in ospedale a Treviso con lesioni lievi. Lunedì le dimissioni e l'ultima corsa in auto fino allo schianto di San Giorgio della Richinvelda che ha distrutto due famiglie. Di quella rimasta orfana di Cristiano Di Paolantonio e Jamir Temjenlelmla si occuperà ora anche il Comune di Cordenons: Rimarremo vicini alla famiglia - conferma il sindaco Andrea Delle Vedove - e già ieri abbiamo incontrato persone vicine a loro. Faremo il possibile per aiutarli e per non farli sentire soli. La verità sull'incidente aiuterà a capire, ma non a lenire il dolore di una famiglia distrutta.
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