IL CASO
PORDENONE Cinghiali, cervi, caprioli, nutrie, lupi, cani e piccioni inselvatichiti.

Domenica 25 Agosto 2019
IL CASO
PORDENONE Cinghiali, cervi, caprioli, nutrie, lupi, cani e piccioni inselvatichiti. E ancora cimici asiatiche, volpi, faine e beccacce. La lista delle specie più dannose per l'agricoltura è lunga, così come è lunga la lista degli agricoltori che chiede, attraverso le principali associazioni di categoria, interventi risolutivi e non solamente preventivi.
La Destra Tagliamento, da Montereale Valcellina ad Aviano, da Polcenico a Morsano al Tagliamento (senza tuttavia escludere le aree rurali contermini a Pordenone), continua ad essere bersaglio di ungulati, nutrie e volatili. E, come se non bastasse, da qualche anno a questa parte si sono messe pure le cimici asiatiche ad attaccare soprattutto i frutteti. Provare a quantificare i danni provocati all'agricoltura non è facile.
I DANNI
«Non esistono dati ufficiali tiene a precisare Davide Vignandel, direttore della Confederazione italiana agricoltori di Pordenone ma soltanto le richieste di ristoro danni che i nostri associati continuano a farci pervenire. Sono disperati anche perché, sempre più spesso, nel giro di pochi giorni, se non di ore, vedono completamente distrutto il lavoro di mesi. Temo che questo 2019 non sarà migliore rispetto alle annate precedenti e temo, allo stesso tempo, che i danni, svincolati dal maltempo, si attesteranno su qualche centinaio di migliaia di euro. Quello degli animali selvatici è un problema che esiste da tempo nel Friuli Occidentale, che, purtroppo, si sta sempre più diffondendo a macchia di leopardo. Gli ungulati, così come i volatili, sono sempre più alla ricerca di cibo. Da qui la spiegazione di come attacchino ripetutamente le colture appena germogliate come, per esempio, il mais e la soia».
VOLPI E FAINE
C'è poi un altro grosso problema, quello di volpi e faine che stanno attaccando ripetutamente i pollai. È all'ordine del giorno, ormai, l'uccisione di polli e galline: «La volpe com'è noto evidenzia Vignandel è un animale particolarmente astuto e che non lascia tracce del suo passaggio. Attacca soprattutto di notte e pertanto è difficilissimo scovarlo. Mentre una volta la presenza della volpe era individuabile nella Pedemontana, adesso si sta concentrando sempre più nelle aree urbane. Tra l'altro la volpe, che è in grado nel tempo di sterminare un intero pollaio (negli ultimi mesi le segnalazioni principali sono arrivate da Azzano Decimo, Cordenons e Sesto al Reghena), è uno dei vettori principali per la trasmissione di rabbia e cimurro. È un fenomeno che va controllato, altrimenti si rischia che possa sfuggire di mano».
LE RINUNCE
Alla Cia di Pordenone sono diversi, ogni giorno, gli agricoltori che arrivano segnalando danni e problemi di natura varia. Anche se, come ha evidenziato Vignandel, qualcuno, ormai rassegnato dal fatto che il ristoro dalla Regione arriverà (forse) con il contagocce, non denuncia nemmeno più. Preferisce rimboccarsi le maniche e, a testa basta, ricominciare da zero. «I vari problemi sostiene lo stesso direttore della Confederazione agricoltori sono a monte e se si continua soltanto a limitarli temo che la situazione sia destinata a peggiorare, con enormi ricadute economiche sul settore primario».
La sicurezza nelle aree rurali e nelle periferie dei centri urbani è in pericolo per il proliferare della fauna selvatica, con un'invasione che rappresenta un grave pericolo per le cose e le persone. Gli animali selvatici che distruggono i raccolti agricoli, sterminano gli animali allevati, causano incidenti stradali, cagionano danni notevoli. «Ecco perché puntualizza lo stesso Vignandel con insistenza, come organizzazione, stiamo chiedendo la modifica delle legge 157 del '92 sul controllo faunistico. Chiediamo che vengano fatti i cosiddetti abbattimenti in deroga: Stato e Regione devono fare la loro parte. Il tempo è scaduto, agricoltori ed allevatori non possono più aspettare»
Alberto Comisso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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