Il business della sicurezza sul lavoro nel mirino del boss Luciano Donadio

Mercoledì 8 Gennaio 2020
Il business della sicurezza sul lavoro nel mirino del boss Luciano Donadio
L'INCHIESTA
VENEZIA Tra i tanti settori, il boss di Eraclea Luciano Donadio aveva deciso di dedicarsi anche al business della sicurezza nei luoghi di lavoro. A raccontarlo è stato il consulente del lavoro Angelo Di Corrado, nell'ultimo interrogatorio sostenuto di fronte ai pm Roberto Terzo e Federica Baccaglini, nell'ambito dell'inchiesta sulle presunte infiltrazioni della camorra nel Veneto orientale.
Di Corrado, indagato per associazione per delinquere di stampo mafioso assieme ad altre 36 persone, ha riferito ai magistrati che Donadio, assieme al suo imprenditore di fiducia, il sandonatese Christian Sgnaolin (anche lui imputato al processo) e allo jesolano Andrea Tomei, costituì nella primavera del 2028 la Anil, Associazione nazionale liberi imprenditori, registrata presso l'Agenzia delle entrate di San Donà, con l'obiettivo di promuovere la cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro a favore degli imprenditori iscritti. «L'idea di costituire la Anil era sorta per la concorrenza che la Imperial Agency (la società di Sgnaolin e Donadio, ndr) subiva dentro Fincantieri da Secur Italia e Secur Veneto», ha spiegato Di Corrado, spiegando che di quelle due associazioni si occupava suo padre, il pugliese Bruno Di Corrado (imputato per associazione mafiosa), nonché il fratello Ivano Di Corrado.
LA CONCORRENZA
Il consulente del lavoro, coinvolto anche nell'indagine sul caporalato e su presunte mazzette richieste e pagate a dirigenti della Fincantieri, ha spiegato che tra il 2016 e il 2017, vi erano stati contrasti tra il fratello Ivano e Sgnaolin, titolare della Imperial Agency, dovuto ad attività di concorrenza non proprio trasparenti. «Io mi schierai in favore di Donadio e Sgnaolin mediando - ha raccontato Angelo Di Corrado - Ho cercato che tra le due parti trovassero una soluzione evitando uno scontro che si andava profilando».
Rappresentante legale di Anil era Christian Sgnaolin, ha precisato Di Corrado; soci fondatori i due figli maggiori di Donadio, Adriano e Claudio. Il vantaggio di associazioni come Anil sarebbe stato garantito dal mancato assoggettamento ai fini Iva delle prestazioni rese in favore degli associati e del non assoggettamento all'imposizione diretta societaria ai fini Ires. «La Anil è stata costituita nella primavera del 2018 e ha ottenuto le prime iscrizioni tra gli imprenditori clienti della Imperial Agency - ha precisato Di Corrado - Credo siano arrivati ad un centinaio di associati. Tomei avrebbe dovuto organizzare la struttura interna dell'associazione e fare proselitismo nell'imprenditoria jesolana tramite Finotti».
Né Tomei (dipendente dell'Imperial Agency e amministratore di condominio) né Finotti (indicato dal consulente del lavoro come referente della Jesolo Medical Care) risultano indagati nell'inchiesta.
G.Ama.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci